Sulla questione del randagismo, Angiola Tremonti ritratta. Anzi, afferma con decisione di non aver mai detto di voler sopprimere i cani non adottati. Le dichiarazioni pubblicate dal quotidiano “La provincia di Como” e attribuite alla consigliera comunale di Cantù hanno smosso l’insurrezione popolare degli animalisti e addirittura della Lega Nord. Tanto che la donna si è vista recapitare da ignoti persino delle minacce di morte. Eppure, a distanza di 5 giorni è proprio lei a voler smentire quello che nei giorni scorsi è stato messo sui giornali. Ecco cosa ha detto.
Angiola Tremonti ha fatto sapere: “Mi sono state messe in bocca frasi non raccolte dalla mia viva voce. Ne ho preso le distanze fin da subito ma non è bastato e sono oggetto di continui attacchi da giorni. Non ho mai usato le parole ammazzare, uccidere, sopprimere i cani randagi. Non lo penso. Amo gli animali e voglio il meglio per loro. Non è giusto che soffrano in nessun caso“. La sorella del Ministro Tremonti ha poi specificato che tutta la baruffa è nata attorno alla richiesta di visione del bilancio del canile consortile di Mariano Comense, per il quale il comune canturino contribuisce con 18mila euro annuali.
La Tremonti ha poi concluso in grande dicendo: “Invito il Governo a gestire il problema nel migliore dei modi, guardando alle realtà di tutte le regioni italiane in cui, andando a verificare sui numerosi siti web, si riscontrano situazioni drammatiche a danno di bambini, turisti, commercianti ecc. Nella mia zona il problema non sussiste. Le soluzioni, però, le devono trovare i legislatori, io faccio altro“. L’importante è che, a livello di contributi al canile, non gli venga in mente di fare… Marcia indietro!
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