Sono in aumento i crimini contro gli animali in Italia, come riportato dal Rapporto Zoomafia 2022 della Lav. Atrocità che devono finire
“Ogni 55 minuti una denuncia per reati contro gli animali. 15 procedimenti penali e 9 indagati ogni 100.000 abitanti. Il reato di uccisione di animali il più contestato“. Queste le parole che aprono l’articolo della LAV, che riportano il Rapporto Zoomafia 2022. Una realtà terribile che è incredibile credere che ancora oggi possa essere presente, non solo, ma la crudeltà invece che diminuire sembra aumentare. Cattiveria gratuita che l’essere umano riversa contro innocenti vittime dei suoi atroci atti. Una verità alla quale non si può più voltare la testa e far finta che non esista. Bisogna prendere in mano la situazione e finalmente dire basta.
Giunti alla 23esima edizione, il Rapporto Zoomafia viene redatto grazie al patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto. I dati riportano analisi di reati che vedono vittime gli animali attraverso i dati rilasciati dalle Procure italiane. Alcuni di questi reati sono truffe nell’ippica, contrabbando di fauna, bracconaggio organizzato, business illegale dei canili, corse clandestine e combattimenti tra animali.
“Da anni raccogliamo i dati relativi ai crimini contro gli animali dalle Procure italiane al fine di avere una visione affidabile […] dei vari reati consumati nel nostro Paese. Il quadro che proponiamo si basa sui dati ottenuti da un campione pari al 70% di tutte le Procure della Repubblica d’Italia” vengono riportate dalla LAV le parole dell’autore del Rapporto e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV, criminologo Ciro Troiano “un dato statisticamente rappresentativo, anche se c’è da registrare un’inspiegabile diminuzione delle risposte da parte delle Procure rispetto agli altri anni, nonostante richieste e solleciti“.
Purtroppo secondo i dati registrati, si evince un aumento pari al 3% dei provvedimenti e il numero degli indagati diminuito di quasi il 5%. “Ricordiamo che i nostri dati si riferiscono ai reati registrati e non includono altri illeciti puniti con sanzioni amministrative” tiene a precisare Ciro Troiano.
Tra i fenomeni più preoccupanti le corse clandestine di cavalli: “Occorrono provvedimenti efficaci e incisivi, e i numeri relativi alle corse clandestine e alle illegalità nell’ippica sono chiari: nel 2021 sono stati registrati 17 interventi delle forze dell’ordine, 12 corse clandestine denunciate, 130 persone denunciate, 32 cavalli sequestrati” riporta sempre Troiano.
Non solo la parte clandestina è crudele e spietata, ma anche la parte “ufficiale” non è da meno. Infatti ci sono infiltrazioni criminali che controllano le gare truccandole, scommesse, furti di cavalli, doping, intimidazioni. Negli ippodromi in Italia, durante i controlli nelle gare sono 60 i cavalli risultati positivi a sostanze vietate.
Altri animali vittime della smania di denaro dell’essere umano, del suo poco rispetto e della completa e totale indifferenza che può provare, i cani. Nel 2021 risultano 11 tra rifugi e canili sequestrati, dove erano ospiti all’incirca 1200 cani. 8 i denunciati. Purtroppo la “moda” non aiuta, infatti il voler avere un cane di razza da vita ad un traffico che porta con se milioni di euro che vede i cuccioli oggetti di transazioni di organizzazioni.
“Una nostra recente inchiesta ha dimostrato che solo il 38% degli annunci Internet relativi ad animali in CITES o protetti faceva riferimento all’esistenza di documentazione comprovante la regolarità del possesso, della vendita, o dell’allevamento, mentre per il restante 62%, non vi era nessun cenno alla documentazione” prosegue Troiano “ovviamente il non menzionare l’esistenza della documentazione autorizzativa non indica di per sé l’illegalità del possesso e della vendita, perché non è un requisito richiesto per la pubblicazione degli annunci. Chi verifica che la specie protetta posta in vendita sia di provenienza lecita? Come si fa ad accertare che non sia stata oggetto di cattura illegale o di traffico criminale?“.
A preoccupare sono anche le poche e inefficaci sanzioni previste ad oggi dalla legge per quanto riguarda ad esempio il traffico di fauna selvatica. Altro punto dolente sono i combattimenti tra animali. Non sono state registrate vere e proprie inchieste ma solo sequestri di pit bull in allevamenti clandestini, contesti criminali o strutture illegali. Nel marzo però del 2022 si è portata a termine un’importante operazione da parte della Polizia di Stato che ha portato a cogliere sul fatto, ovvero un incontro clandestino tra cani, 10 persone. Tra di loro anche due minorenni. Un’inchiesta che non solo è stata tra le più impegnative e importanti degli ultimi tempi, ma che ha portato anche alla luce la pericolosità di questo mondo.
“La normativa di riferimento, soprattutto negli aspetti sanzionatori, risulta del tutto inadeguata a contrastare un fenomeno criminale così diffuso. Purtroppo, è evidente che, nonostante alcuni casi di maltrattamento incontrino grande eco, questi crimini e, di conseguenza, i loro agenti, sono tollerati in modo più indulgente dalla legislazione e dalla società in confronto ad altre trasgressioni[…]” afferma Troiano “[…] Purtroppo, la proposta di modifica alla normativa sulla tutela penale degli animali è ferma da mesi nella Commissione Giustizia del Senato e non vi è speranza, ormai, per un’approvazione in questa Legislatura. Ci auguriamo che dopo le elezioni del mese di marzo 2023 il nuovo Parlamento e il nuovo Governo approvino in poco tempo l’inasprimento delle pene con la riforma della legge 189 oggetto della nostra petizione #MISALVICHIPUÒ“.
Garantire la giustizia se si subisce un crimine è doveroso e una base fondamentale sul quale dovrebbe reggersi la moralità e la giustizia stessa. Non importa a quale specie si appartenga. Il rispetto, l’educazione, la compassione e la tolleranza sono valori che non dovrebbero mai essere dimenticati, ne vale il futuro dell’intera specie umana, perché se si perdesse la propria integrità e moralità, sarebbe ancora davvero importante combattere per poterla salvaguardare?
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