Solo una cosa è certa nella vita: la morte. Per Ray Kurzweil però non è così. Lo scienziato informatico infatti afferma che entro 7 anni a partire da questo momento, l’umanità scoprirà cosa serve per raggiungere l’immortalità.
Nessun elisir di lunga vita, l’immortalità per Ray Kurzweil si raggiungerà tramite la tecnologia. Entro 7 anni a partire da questo momento, secondo lo scienziato, verranno impiantati dei nanobot all’interno del nostro corpo. Essi avranno i compiti di riparare i danni provocati dalla vecchiaia e di curarci da malattie ad oggi quasi incurabili. Inoltre il cervello sarà direttamente collegato ad un cloud.
In questo modo, saremo capaci di inviare video o e-mail direttamente con la mente, eseguendo persino dei backup dei nostri ricordi. Tramite tutte queste innovazioni, l’aspettativa di vita si allungherà di oltre un anno ogni 12 mesi, rendendoci così immortali. Sempre secondo le parole del ricercatore non dobbiamo spaventarci da queste mutazioni bensì accoglierle positivamente in quanto ci avvicineranno a diventare esseri “divini”.
Raymond Kurzweil è un informatico, inventore e saggista statunitense. Nasce a New York, il 12 febbraio 1948 e sin da giovanissimo sperimenta passione per tutto quello che riguarda il mondo d’innovazione. Studia infatti al MIT (Massachusetts Institute of Technology). È autore di numerosi libri sulla salute, l’intelligenza artificiale, il transumanesimo e la singolarità tecnologica. Dal 2006 invece lavora presso Google come “director of engineering”.
Ma perché è così famoso quest’uomo? Semplice, poiché da diversi anni si impegna ad elaborare previsioni riguardo la tecnologia nel futuro e molto spesso ha fatto centro. Dal 1990, Ray ha stilato 147 predizioni: tre si sono rivelate completamente errate, altre 12 sostanzialmente corrette e la restante parte completamente giuste. Chissà dunque se la sua previsione riguardo l’immortalità confluirà nell’ultimo filone descritto.
Secondo lo scienziato “Saremo più divertenti e più bravi nell’esprimere sentimenti d’amore. Se vorremo accedere a 10.000 computer per due secondi, potremo farlo in modalità wireless. Questo è ciò che faremo con la nostra neocorteccia”. I nanobot sono già utilizzati nella medicina ma non con così tanta frequenza ed efficacia come può presumere Kurzweil. Tuttavia, le innovazioni tecnologiche hanno fatto passi da giganti negli ultimi decenni ad una rapidità inimmaginabile. Come diceva Rino Gaetano, “Chi vivrà, vedrà”.
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