Nell’ottobre del 1952, due treni si scontrarono sui binari della stazione ferroviaria di Reggio Emilia: il bilancio fu di 4 morti e 31 feriti.
Uno scontro drammatico tra due treni si verificò nel primo pomeriggio del 1° ottobre del 1952 all’interno della stazione di Reggio Emilia. Un convoglio passeggeri, dopo essere deragliato, si scontrò con un altro treno merci che si trovava sui binari.
Purtroppo, la tragica collisione costò la vita a quattro delle persone che si trovavano a bordo dei convogli. Altre trentuno, invece, riportarono lesioni e molte di loro vennero trasportate negli ospedali della zona per le cure del caso.
Reggio Emilia, il disastro ferroviario del 1952
Alle 15:30 circa del 1° ottobre del 1952, un boato squarcia la quiete della stazione ferroviaria di Reggio Emilia: due treni si erano appena scontrati sui binari. Si trattava del rapido n. 522, partito da Roma e diretto verso la stazione di Milano Centrale, e di un treno merci.
Come ricostruito all’epoca, il treno Roma-Milano stava transitando dallo scalo di Reggio Emilia, dove non si sarebbe dovuto fermare. Purtroppo, però, a causa di un errato funzionamento di uno scambio, il convogliò venne instradato su un binario diverso da quello previsto e deragliò spezzandosi in due. La prima parte, composta dalla locomotrice e due vagoni, finì contro un treno merci che sostava in stazione. Lo scontro fu devastante.
Immediatamente venne dato l’allarme e subito presso la stazione di Reggio Emilia giunsero le squadre dei soccorsi. Purtroppo, il violento impatto non lasciò scampo ai tre membri del personale del treno Roma-Milano e ad un passeggero. I primi tre morirono sul colpo, il passeggero durante il trasporto verso l’ospedale. I feriti furono 31, di cui alcuni in condizioni molto gravi e trasportati in ospedale per le cure del caso.
Le inchieste
Dalle inchieste successive emerse che lo scambio non presentava guasti. Alcuni tecnici, difatti, si recarono sul posto per effettuare dei controlli specifici e lo scambio risultava essere del tutto funzionante. Venne accertato poi che il caposquadra deviatori, il deviatore e due operai, durante un intervento di riparazione effettuato qualche ora prima del disastro, non avevano seguito le procedure regolamentari. I quattro vennero, dunque, posti in stato d’arresto dalle autorità.