In seguito ad uno scandalo che ha coinvolto il Regno Unito e la gestione delle acque reflue, arriva il divieto di riversamento nei fiumi
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In realtà non si tratta di un vero e proprio divieto. Più di una maggiore regolamentazione. Le acque reflue sono responsabili di buona parte dell’inquinamento delle acque dei fiumi e delle spiagge. Il Regno Unito si è trovato al centro di uno scandalo nel quale sono state avviate delle indagini nei confronti di aziende di distribuzione, che avrebbero scaricato acque reflue in mare e fiumi anche durante i periodi di siccità. E da questa situazione è stato elaborato un piano governativo finalizzato ad una gestione ottimale dell’acqua, per renderla più pulita e sana.
IL Ministro dell’ambiente del Governo inglese, Therese Coffey, ha scritto sul web: “Il governo ha elaborato un nuovo piano attraverso il quale vuole garantire un approvvigionamento idrico pulito e abbondante per il futuro“. Per arrivare a questo scopo sono richiesti alle aziende di distribuzione investimenti maggiori in termini economici per infrastrutture che non facciano finire in mare e nei fiumi le acque reflue.
I danni delle acque reflue
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Per acque reflue si intendono in generale le acque di scarico, che possono provenire dalle attività umane, come quelle derivanti dalle fogne, dalle attività industrali ed agricole, come i materiali di scarto, i prodotti chimici ed i pesticidi. Tutti questi scarichi dovrebbero essere dirottati altrove, in modo da essere depurati ed evitare l’inquinamento delle acque. Ed invece è molto più comune di quanto si pensi che finiscano direttamente in mare o nei fiumi danneggiando l’acqua, la flora e fauna marittima ed anche le spiagge. Lo scorso anno diverse spiagge del Regno Unito sono state chiuse a causa dell’inquinamento.
Il commento del Ministero dell’Ambiente britannico
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Oltre agli scarti umani ed industrali, anche la plastica finisce nelle acque reflue, intasando le tubature. Le società di distribuzione al momento hanno la facltà di scaricare in mare o nei fiumi le acque reflue solo in presenza di forti piogge. Ma purtroppo i controlli sono troppo blandi e le regole vengono violate. Oltre all’inasprimento degli accertamenti delle attività aziendali, il piano governativo, messo a punto dal Ministro dell’ambiente prevede “l’accelerazione della creazione di nuove infrastrutture di distribuzione dell’acqua per un totale di 1,6 miliardi di sterline che dovrebbero iniziare nei prossimi due anni”.