Dal prossimo anno cambia anche la residenza fiscale, l’obiettivo del Governo Meloni è di aggiornare la normativa agli accordi internazionali. Tutte le novità da sapere.
Il concetto di residenza fiscale è quello che ci permette di capire come e in che modo viene stabilita la tassazione a cui è soggetto ogni individuo. È un’idea che è strettamente legata alla definizione di residenza e domicilio anagrafico. Noi sappiamo che questi ultimi sono stabiliti dagli individui in base alla casa in cui vivono ovvero il luogo dove hanno dimora abituale e dove, quindi conduce la propria vita ed eventualmente i propri affari.
La residenza fiscale ha invece a che fare con la tassazione e la legge dice se si è resieduto in un luogo per più di 183 giorni (184 negli anni bisestili), soprattutto se poi se ne acquisisce l’iscrizione all’anagrafe, allora si applica la tassazione di quel luogo. Questo in parole più semplici vuol dire che, anche se si lavora, per esempio, con aziende estere ma si decide di vivere in Italia o comunque si risiede qui per la maggior parte dell’anno allora si applica la tassazione italiana. Attenzione, quindi, in quanto pur essendo legata concettualmente alla residenza anagrafica, l’acquisizione della residenza fiscale non dipende del tutto da essa.
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La residenza fiscale si applica poi a tutti i soggetti riconosciuti dalla legge ovvero persone fisiche e persone giuridiche che sono di conseguenza obbligati a pagare le tasse. Conoscere la residenza fiscale di un soggetto è importante per stabile le imposte sui redditi e sull’IVA, ma può essere trasferita anche all’estero in questo caso per riuscirci è indispensabile cancellare la propria iscrizione all’anagrafe italiana e stabilire all’estero la propria dimora abituale. Ora, il Governo di Giorgia Meloni punta ad una riforma che vuole uniformare la legislatura italiana ai principi europei.
La Legge Delega in materia di riforma fiscale ha tra i punti cruciale, la necessità di andare a rielaborare il concetto stesso di residenza fiscale. Un cambiamento necessario, intanto per uniformarlo agli standard internazionali, ma soprattutto indispensabile per prendere in considerazione i cambiamenti avvenuti con la pratica sempre più diffusa dello smart working anche se effettivamente, nel concreto, in caso di lavoro agile la normativa non cambia.
Ricapitolando: la legge delega va, quindi, ad allineare la normativa italiana in materia fiscale alla prassi internazionale, recependo le direttive UE in materia. A cambiare sarà il concetto di residenza fiscale per le persone fisiche, giuridiche e per enti diversi dalle società al fine anche di applicare in modo corretto i regimi speciali previsti per chi trasferisce la residenza nel nostro Paese e anche per evitare le doppie imposizioni.