Spesso sulle etichette di prodotti alimentari si trova la dicitura “residuo zero”, ma che cosa sta ad indicare e perché è importante?
Sapere leggere le etichette dei prodotti alimentari che vogliamo acquistare è essenziale perché ci permette di scegliere con maggior consapevolezza quali cibi consumare. Le etichette contengono infatti alcune informazioni importanti, che hanno lo scopo di informare e tutelare la salute del consumatore.
Sull’etichetta sono riportate comunicazioni essenziali e facilmente comprensibili rispetto alla data di scadenza del prodotto, alle modalità di conservazione e preparazione, informazioni nutrizionali o la lista di eventuali additivi. Spesso però sono riportate anche alcune diciture di cui non è detto si conosca il significato. Una di queste è “residuo zero”. A che cosa si riferisce e perché viene riportata in etichetta?
A che cosa si riferisce la dicitura “residuo zero” sulle etichette?
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Quando si parla di prodotti a residuo zero ci si riferisce al residuo di prodotti chimici sulla frutta e la verdura che si trovano normalmente sugli scaffali del supermercato. Spesso si fa un po’ di confusione tra prodotti biologici e a residuo zero e per questo motivo è necessario fare un po’ di chiarezza.
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Gli agricoltori si possono avvalere dell’uso di prodotti chimici sotto forma di concime per il terreno o fertilizzanti per le piante. L’uso di questi prodotti è ovviamente autorizzato ma per avvalersi della dicitura “a residuo zero” l’agricoltore deve interrompere l’uso di prodotti chimici entro un certo periodo antecedente la raccolta, per permettere alla pianta di eliminare ogni residuo chimico. È consentito che il residuo chimico presente sul cibo al momento dell’acquisto sia entro allo 0,01 mg per kg.
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Un prodotto a residuo zero può essere facilmente confuso con un prodotto biologico in in quanto entrambi non devono contenere tracce di prodotti chimici nel momento in cui vengono acquistati, Tra i due, però, esiste una sostanziale differenza. Nella coltivazione di frutta e verdura a “residuo zero” possono essere impiegati concimi o fitofarmaci, sempre nei limiti e nei modi consentiti dalla normativa, e resta solo l’obbligo di interromperne l’uso in determinati tempi antecedenti alla raccolta. Nella coltivazione di prodotti biologici, invece, non possono essere mai utilizzati prodotti chimici in nessuna fase, dall’origine alla raccolta.