Sospesa la pesca dei ricci di mare in Puglia. L’amministrazione regionale ha dato lo stop. Gli esemplari sono stati considerati a rischio
Le attività ittiche, da sempre presenti sulle coste nostrane, ormai devono sopperire aduna richiesta tale del mercato da approntare una vera e propria decimazione di alcune specie di pesce. Responsabilità condivisa con i cambiamenti climatici, che stanno modificando la flora e la fauna locali, al punto da surriscaldare l’acqua e renderla inabitabile per migliaia di mitili presenti sulle coste, e gli allevamenti sulle rive del Po. E quella dei ricci di mare non è una storia da meno. Questi piccoli animali sono parte di cucine regionali, e la loro carne è molto richiesta, specie nella stagione turistica.
Di conseguenza a ridosso della primavera l’attività ittica riesce a decimare la specie al punto da metterla in difficoltà di riproduzione. E dalla Puglia arriva una proposta di legge che vieterebbe l’attività di pesca dei ricci di mare per i prossimi tre anni.
Lo scopo della proposta di legge è di dare il tempo ai ricci di mare di riprodursi ed aumentare nuovamente la popolazione. La condizione attuale è che questi animali marini sono sempre meno e di dimensioni sempre più ridotte, segno che la specie non gode di ottima salute. Oltre l’attività ittica regolare, a rendere ancora più complicata la situazione è la pesca di frodo, una piaga non da poco, difficilmente contenibile. Lo stop dei tre anni nella Regione Puglia dunque si impone come necessario. Ed il consigliere Fabio Romito rassicura la popolazione che si potranno continuare comunque a commercializzare ricci di mare pescati in aree meno compromesse, come la Sardegna.
Il consigliere Paolo Pagliaro è intervenuto sul tema dichiarando: “Il fermo pesca è un passo decisivo per bloccare il prelievo massiccio dei ricci di mare, anche al di sotto della misura minima consentita per legge di sette centimetri di diametro. Non c’è più tempo da perdere: se cinquant’anni fa si potevano contare fino a dieci esemplari per metro quadrato nelle secche marine, oggi sono rarissimi e spesso di dimensioni inferiori a quelle consentite per il prelievo. Già in questi giorni è ripresa la razzia di ricci di mare, e bisogna intervenire con uno stop”.
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