Potrebbe essere varata una nuova tassa che sorprende i cittadini, la richiesta inaspettata riguarda un prodotto molto utilizzato. La tassa sul sale è al vaglio: i motivi
Oggetto di dibattito quotidiano, le tasse pesano purtroppo spesso in modo incisivo sui cittadini, mettendoli in difficoltà. Una condizione maggiormente sperimentata in occasione delle ultime difficoltà che hanno destabilizzato il mondo intero, attraverso eventi straordinari a livello storico e sociale. E proprio mentre si discute dell’eccessivo impatto dei tributi, sempre più impattanti, giunge la notizia di una tassa decisamente inusuale e inaspettata.
Sono diverse le tasse che globalmente si particolarizzano per stravaganza, specialmente se considerate attraverso uno sguardo estraneo alla condizione culturale di una data nazione. Ma l’imposta che in questo caso suscita stranezza e sconcerto non riguarda una realtà così lontana, bensì è molto più vicino di quanto si possa sospettare il luogo in cui potrebbe essere varata. Al vaglio in questo momento, la tassa sul sale si rivela un’imposta decisamente inaspettata. Ancora più sorprendente il motivo che ha dato vita alla sua ideazione: lo sviluppo dell’idea.
Tassa sul sale: i motivi
Ente di beneficenza per la ricerca cardiovascolare, arriva direttamente dalla British Heart Foundation la richiesta che cambia totalmente il paradigma delle imposte. L’effetto nocivo del sale in ingenti quantità aumenta il rischio di insorgenza di alcune gravi patologie, come ipertensione, ictus e infarti. Una realtà nota e molto spesso ignorata, anche in caso di quadri clinici che presuppongono una certa predisposizione a sviluppare problematiche inerenti.
Leggi anche: Insalata in busta: cosa dovresti sapere prima di acquistarla
Proposta che si pone l’obiettivo di modificare la quantità di sale utilizzato per i prodotti preparati in commercio, che evidenziano una presenza elevata dell’ingrediente. Reazione che sussegue la scelta di affrontare direttamente le case produttrici, senza sortire il risultato desiderato nella loro reazione. Molto simile alla tassa sullo zucchero, attiva in diverse nazioni, proprio per i rischi ad esso associati, l’obiettivo è dunque quello di diminuire il rischio cardiovascolare del consumo non limitato di sale.
Leggi anche: Non è vero che mangiare pasta e pane a quest’ora fa ingrassare
Ma la presenza di questo ingrediente è molto più diffusa di quanto si possa prospettare. Tra i prodotti di maggiore fonte, si trovano i cereali ma anche gli alimenti di origine animale, come carne e latticini. Gli snack sono ovviamente tra i prodotti che ne contengono un’elevata percentuale, dove non vengono esclusi i dolci, che a loro volta sono caratterizzati da questo elemento. Al momento la richiesta non ha suscitato reazioni esecutive, nonostante la raccolta di firme e l’appello ai costi sostenuti dalla sanità in caso di patologie conseguenti.