Il riciclaggio della lana è una pratica sempre più diffusa: scopriamo in cosa consiste e i vantaggi di questa soluzione nel segno della sostenibilità, con cui ridurre sprechi e consumi.
Tra le fibre tessili naturali più conosciute al mondo spicca la lana. Ottenuta dagli ovini, come capre e conigli, tramite il taglio del loro vello, questa è conosciuta anche con il nome di lana vergine.
Dal colore tra il bianco e l’avorio, si tratta di un materiale molto prezioso: morbido al tatto, è noto per la sua capacità di mantenere il calore pur essendo leggero.
Usata in tutto il mondo, la lana trova il suo massimo impiego nel settore della moda, ma anche nell’arredamento e nelle imbottiture. Mischiata inoltre con altri materiali, sempre più spesso oltre alla lana vergine, si ricorre a quella rigenerata, ovvero a quella ottenuta dagli scarti di produzione: questa tipologia ha il pregio di ridurre tantissimo l’impatto ambientale. Scopriamo maggiori dettagli della lana riciclata.
Sempre più spesso sentiamo parlare di quanto comparti come moda e arredamento siano impattati sul nostro Pianeta, non facendo altro che far proliferare le emissioni globali. Per invertire la rotta, si percorrere la strada della sostenibilità, in cui una via è rappresentata dal riciclo, ovvero il recupero di materiali che altrimenti diventerebbero scarti, dandogli così una seconda vita.
Nella direzione del riciclo si muovono anche le fibre naturali: oltre al cotone, anche la lana è impiegata nella sua versione rigenerata.
Questa tipologia è molto apprezzata per innumerevoli ragioni, tra cui il fatto che questo tipo di materiale non necessita del passaggio della tintura a differenza della lana vergine: saltare questo step significa risparmiare quantità immani di Co2, ma anche tantissima acqua nonché ridurre drasticamente le emissioni prodotte successivamente dal trattamento delle tinture.
Soluzione ecologica, il riciclaggio della lana permette di evitare lo sfruttamento intensivo del terreno per il pascolo nonché di dire addio agli allevamenti più estenuanti per gli ovini.
In Italia un punto di riferimento nel settore del riciclo della lana è Comistra, realtà situata a Prato, il cui magazzino è un centro dell’economia circolare.
Nel processo di riciclaggio della lana, si parte selezionando i capi usati per essere divisi tra quelli che sono riutilizzabili e quelli che vengono riciclati. In questo percorso non si ricorre a coloranti chimici, ma solo naturali. Esistono tre tipi di riciclo: termico, chimico e meccanico, che è quello più sostenibile. I lotti ottenuti dagli scarti vengono lavorati per dare vita a un nuovo filato che viene poi lavato e asciugato.
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