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Uno dei maggiori problemi delle auto elettriche riguarda lo smaltimento delle batterie. Ma grazie alle bucce d’arancia si potranno riciclare
L’Unione Europea ha preso una decisione storica di abolire la vendita di auto a benzina e diesel entro il 2035. Questa mossa mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e a promuovere l’adozione di veicoli a emissioni zero, come le auto elettriche e a idrogeno. Questa decisione rappresenta un passo significativo verso una maggiore sostenibilità ambientale e un futuro a basse emissioni di carbonio.
Tuttavia, ci sono ancora molte sfide da affrontare, come l’infrastruttura di ricarica e la produzione di energia pulita per alimentare questi veicoli. La transizione verso una mobilità a emissioni zero richiederà la collaborazione di governi, industria automobilistica, produttori di energia e consumatori per rendere questa visione una realtà. Una decisione che in molti definiscono una rivoluzione forzata. Nonostante ciò, l’importante è prepararsi per tempo e non farsi cogliere impreparati. Oltre alle preoccupazioni immediate riguardanti la mancanza di infrastrutture adeguate, presto sarà necessario anche affrontare il problema dello smaltimento delle batterie al litio. Potrebbero essere la fantasia e l’innovazione a fornire la soluzione a questo problema.
L’economia sostenibile e circolare sono i principi fondamentali che hanno ispirato AraBat, una promettente start-up italiana, a sviluppare nuovi processi innovativi per il riciclo di rifiuti pericolosi come i RAEE e le batterie al litio esauste. Questi valori sono alla base della cosiddetta “green economy”.
Secondo il CEO e fondatore di AraBat, Raffaele Nacchiero, l’azienda utilizza gli scarti delle arance, nello specifico la buccia delle arance e l’acido citrico, per riciclare le batterie al litio esauste e recuperare i metalli preziosi. Questo approccio rivoluzionario è completamente in linea con i principi dello sviluppo sostenibile e dell’economia circolare.
Un processo innovativo chiamato “Idrometallurgia verde” utilizza gli zuccheri presenti nella buccia delle arance e l’acido citrico per recuperare i metalli più critici presenti nelle batterie esauste. Questa soluzione consente di evitare che le batterie finiscano nelle discariche e di riutilizzare gli scarti agroalimentari per contribuire alla transizione circolare.
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Il recupero di materie prime di elevato valore non solo permette ai territori di essere indipendenti, ma anche di ridurre le emissioni inquinanti senza compromettere l’efficienza economica dei processi di riciclo e la qualità dei prodotti ottenuti. Questo sistema circolare innovativo potrebbe presto diventare un’importante risorsa per il futuro.
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