È uno dei temi più caldi per quanto riguarda l’ambito dei rifiuti: scopriamo insieme cos’è il riciclo chimico e se sia davvero sostenibile.
Partiamo dal principio: cosa intendiamo quando parliamo di riciclo chimico? Si tratta di una tecnica tecnologica che utilizza processi chimici per convertire i rifiuti plastici in molecole di base. Quest’ultime a loro volto possono essere riutilizzate per creare nuovi materiali o prodotti chimici. Avviene attraverso la rottura delle catene di polimeri delle plastiche tramite procedimenti come la pirolisi, la gassificazione o la depolimerizzazione.
Il risultato può essere usato per la produzione di combustibili, polimeri vergini o altri prodotti. Sembra tutto fantastico ma gli scienziati hanno sollevato qualche polemica per quanto riguarda l’impatto ambientale: è davvero sostenibile e “salutare” per il Pianeta? Esaminiamo da vicino la questione per definire una risposta al quesito.
Quali sono effettivamente i vantaggi di questa tecnica? Essi aderiscono ai seguenti punti:
Il primo punto da mettere sotto la lente d’ingrandimento è il consumo energetico. Il riciclo chimico richiede un grande sforzo sotto il punto di vista dell’energia. Bisognerà dunque in futuro chiedersi se gli effetti positivi derivanti da questo sistema superano i potenziali impatti negativi legati all’utilizzo di energia. In secondo luogo, bisogna precisare che il riciclo chimico comporta la produzione di sottoprodotti indesiderati o l’emissione di sostanze inquinanti nell’aria, nel suolo o nell’acqua. Infine per ottenere una vera e propria sostenibilità, il sistema in questione dovrebbe essere integrato in un sistema di economia circolare completo. Ciò implica la riduzione alla fonte, il riutilizzo e altri fattori attinenti.
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