Il riciclo della plastica è un settore in crescita che ripaga assolutamente, ecco infatti i dati che sono emersi da queste prime tranche di attività sostenibile.
Negli anni è incrementata fortunatamente la raccolta ed il riciclo corretto della plastica, nemico numero uno dell’ambiente che ci circonda. Ad oggi possiamo contare 350 aziende – annoverando al suo interno anche raccoglitori e selezionatori di rifiuti oltre che di scarti industriali – che sono chiaramente dislocate su tutto il territorio nazionale; precisamente però è la Lombardia a detenere il primato per quanto concerne la presenza degli impianti di riciclo.
In termini percentuali segue poi il Nord Est con poco più del 30%, numeri deludenti nel Sud e nelle isole che si arriva al 22%, appena il 9% nel Centro Italia. Quello che viene deputato al riciclo è in primis il polietilene che viene impiegato per gli imballaggi flessibili, segue il PET – parliamo di bottiglie e vaschette – ed il PE rigido, ovvero i flaconi.
Il fatturato da parte delle aziende deputate al riciclo meccanico della plastica pare non voglia arrestarsi registrando infatti un trend positivo, parliamo del +67% evidenziato nel 2021 e confermato l’anno seguente. Per tradurlo in cifre, nel 2022 si parla di un fatturato pari a – tieniti forte – un miliardo di euro, registrando un bel +18% rispetto al 2021.
Questo trend ultra positivo deriverebbe dagli aumenti dei prezzi di vendita, questo ha favorito il settore ad avere le risorse necessarie per occuparsi dell’approvvigionamento dei rifiuti e sostenere le spese di trasporto, questo aspetto viene analizzato abbondantemente dall’Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori di materie plastiche.
L’aumento del fatturato è avvenuto al netto di un leggero calo produttivo delle plastiche che sono state riciclate meccanicamente; nel 2021 infatti si è registrato un +17% su base annua. Una crescita che la si deve imputare alla ripresa dei consumi nonché alle attività post-pandemia. Lieve contrazione – si parla del -1,5% – registrata nella produzione di materie prime seconde in plastica (785mila tonnellate) anch’essi provenienti dal riciclo meccanico dei rifiuti derivanti dal post-consumo.
La guerra in Ucraina che ormai da oltre un anno lascia il mondo intero col fiato sospeso, ha provocato dei cambiamenti sul settore. Non poteva non provocare delle ripercussioni sul riciclo meccanico complice in primi l’incremento dei costi energetici.
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