Ridurre l’impatto ambientale a tavola è possibile con le giuste strategie e non per forza significa dire addio alla carne. Scopriamo nel dettaglio alcune dritte per raggiungere questo obiettivo.
Con i cambiamenti climatici imperanti, a livello collettivo è necessario muoversi verso scelte più sostenibili. Questo significa rivedere le proprie abitudini di vita a 360 gradi: dalla gestione dei rifiuti, al contenimento degli sprechi, a cosa indossiamo, non mancano all’appello anche le nostre opzioni alimentari.
Ridurre l’impatto ambientale partendo dalla tavola non è più una scelta, ma è un dovere che ci accomuna tutti, considerando il fatto che il settore alimentare è uno dei più inquinanti, al secondo posto nella classifica di quelli che producono più Co2.
Ogni singola opzione alimentare che compone la nostra spesa fa sentire il suo peso sul Pianeta, sempre più minato dall’agire insostenibile dell’umanità. Dietro al cibo, non ci sono solo i problemi produttivi legati alle emissioni, ma anche le risorse naturali sempre più consumate: in particolare a pagare le conseguenze di tutto questo sono il suolo e l’acqua.
Sono soprattutto le proteine a generare immensi spechi idrici. E a dimostrarlo sono i dati: per esempio 1 kg di carne bovina per la sua produzione richiede più di 15mila litri di acqua, mentre per 1 kg di zucca ne servono solo 350.
In generale quindi le fonti vegetali hanno un minor impatto sull’ambiente, oltre che fare meglio al nostro organismo.
Questo non significa però per forza dire completamente addio alla carne: si può infatti continuare a mangiare, mettendo in parallelo in atto altre strategie per rendere la nostra alimentazione più sostenibile.
Un primo consigli per ridurre l’impatto ambientale della nostra alimentazione è leggere le etichette. Queste diventeranno la nostra guida per capire quanto un cibo è genuino o meno: più la lista degli ingredienti indicati, riguardanti la composizione dell’alimento, è lunga più significa che è processato. Questo vuol dire che ha subito molti passaggi industriali e di certo la sua produzione ha comportato più emissioni.
Altro elemento a cui prestare attenzione quando leggiamo le etichette è la provenienza: più l’alimento viene da lontano, più il suo trasporto è inquinante.
Comprare prodotti sfusi, per dire addio agli inquinanti imballaggi, fare una spesa in base alla stagionalità dei cibi (scopri qui la frutta e la verdura tipiche di settembre), fare dei menù settimanali pianificati per evitare gli sprechi sono utili dritte per avere un’alimentazione più sostenibile (ti abbiamo parlato di come riciclare il pane avanzato).
A tutto questo si può aggiungere una valida strategia, ovvero prediligere le fonti vegetali e mangiare sì la carne, ma in quantità minori, solo un paio di volte alla settimana.
Quante volte abbiamo mangiato i datteri a Natale? Dopo un pranzo abbondante, spesso accompagnano dolci,…
Indossi il cappello con il pon pon? In pochi sanno che potrebbe essere legato a…
E' scattato l'allarme nei confronti delle spezie più gettonate nella preparazione di dolci e piatti…