Riduzione della plastica, la campagna #BastaVaschette invoca l’abolizione delle vaschette monouso per alimenti: i danni che causerebbero al pianeta sono abnormi
È la plastica a determinare l’80% dell’inquinamento dei mari. Ogni anno, stando alle stime, la quantità di plastica destinata ad essere scaricata nelle acque di tutto il mondo varia dai 4 ai 12 milioni di tonnellate. Cifre che mettono i brividi, e che lasciano intuire quanto il problema dello smaltimento di questo materiale sia destinato ad assumere proporzioni sempre maggiori.
Stando ai dati concernenti l’UE, si calcola che gli imballaggi in plastica siano destinati ad aumentare di 6 punti percentuali entro il 2030. A fronte di uno scenario che si presenta in tutta la sua gravità, l’associazione Marevivo, insieme con Zero Waste Italia, ha deciso di promuovere la campagna #BastaVachette per dire no agli imballaggi in plastica per alimenti.
La plastica è ormai giunta ad inquinare persino gli angoli più nascosti del pianeta, dando vita a scenari che non mancano di proporsi in tutta la loro agghiacciante gravità. Tra l’altro, secondo le stime, la quantità di plastica che l’UE destina all’imballaggio, che attualmente si assesta al 40%, potrebbe toccare quota 46% entro il 2030, con annesse problematiche concernenti lo smaltimento e l’inquinamento dei mari.
Di contro alla direzione verso cui sembrerebbe muoversi l’UE, Zero Waste Italia e l’associazione Marevivo hanno deciso di promuovere la campagna #BastaVaschette per dire no alle vaschette di plastica monouso. Si stima infatti che l’impiego di imballaggi in plastica arrivi a produrre “180 kg di rifiuti all’anno” per ogni cittadino europeo.
Una questione che andrebbe dunque ripensata da cima a fondo, con l’associazione Marevivo che si sta battendo strenuamente per l’approvazione di una legge che vieti l’uso di confezioni di plastica monouso perlomeno per i prodotti ortofrutticoli.
La campagna #BastaVaschette, dunque, intende sensibilizzare i cittadini europei in materia di imballaggi plastici, in maniera tale da spingerli ad adottare comportamenti più virtuosi. Ma cosa succederebbe se, all’opposto, la campagna per combattere la plastica non dovesse dare i suoi frutti?
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Se dovessimo fallire nella nostra battaglia per la riduzione della plastica, come spiegato dalla Responsabile Relazioni Istituzionali di Marevivo Raffaella Giugni, la maggior parte delle vaschette che produciamo finirebbe “nell’ambiente e nel mare, dove rimarrebbe per sempre“, oltre a rischiare di contaminare gli alimenti ivi contenuti. Due motivazioni in più, dunque, per aderire alla campagna #BastaVaschette promossa dall’associazione.
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