Tra i tanti prodotti della casa che diventano facilmente dei rifiuti, soprattutto se non si sta attenti, ci sono gli oggetti in ceramica. Ma ti sei mai chiesto dove vanno gettati per uno smaltimento corretto?
Fare la raccolta differenziata in casa a volte sembra una attività che ha bisogno di un manuale di istruzioni apposito e corposo come quello dei device tecnologici più avanzati. Soprattutto perché ci sono degli oggetti di uso comune che nascondono bene la propria origine e che quindi diventa più complicato avviare correttamente allo smaltimento.
Perché se è facile individuare un foglio di carta, una busta di plastica, magari anche un barattolo di vetro più complicato è sapere dove si gettano altri oggetti che a volte, complice un po’ di distrazione o un utilizzo prolungato, si trasformano a loro volta in rifiuti. Oggi cerchiamo di capire come si lavora con i rifiuti di ceramica.
Se a questa domanda pensi di rispondere correttamente perché tu getti gli oggetti di ceramica rotti insieme al vetro sappi che commetti un errore. Perché anche se nel momento in cui cadono a terra sembra che siano fatti a partire dagli stessi materiali, ceramica e vetro sono in realtà abbastanza lontani in quanto a genesi.
Il vetro alla sua origine è infatti il prodotto di sabbia sottoposta ad una temperatura elevatissima che si modifica e diventa trasparente. Un fenomeno molto interessante che riguarda proprio il vetro è per esempio quello che succede quando un fulmine colpisce una spiaggia (anche se non dovresti mai essere in giro se cadono fulmini).
Tante volte infatti nascono quelle che vengono chiamate sculture dei fulmini ovvero delle zone di sabbia che a causa della temperatura prodotta dalla scarica fonde e diventa vetro.
Un punto da cui partire sempre per sapere se quello che vuoi buttare o riciclare sta per essere smaltito correttamente è fare riferimento ai consorzi e ne esiste uno apposito per il vetro. Ma non esiste un consorzio per la ceramica.
Il motivo è semplice: la ceramica, purtroppo, non è un materiale riciclabile e non è quindi ancora sorto un consorzio che si occupi del suo recupero e della sua raccolta. Anche perché la ceramica è invece il prodotto di un altro tipo di materiale sottoposto ad alta temperatura: l’argilla.
Sostanzialmente i piatti e i bicchieri di ceramica sono fatti di terra cotta. Per questo motivo non c’è modo di riciclarla insieme al vetro. Va conferita nell’indifferenziato. Ma se non volessi proprio buttarla quella tazza di ceramica che si è rotta oppure quel piatto che cosa puoi farne?
Un modo per avere sempre le idee chiare riguardo ciò che è rifiuto e ciò che invece va riciclato è quello di cercare di produrre meno rifiuti e quindi di riciclare dentro casa. Hai stampato qualcosa per i bambini e il primo foglio è venuto male? Piega il foglio, taglialo e avrai dei foglietti per prendere appunti o per segnarti quello che manca in casa.
Ma che cosa fare con un piatto che è caduto e magari si è rotto in tre o quattro pezzi?
Andando a prendere spunto dalla cultura giapponese puoi creare delle piccole opere d’arte attraverso il kintsugi: si tratta di una tradizione giapponese per cui gli oggetti di ceramica o di vetro che si rompono vengono ricomposti con un materiale collante in cui è mescolato dell’oro, in modo tale da celebrare la vita di quell’oggetto e anche le sue ferite.
Se non vuoi avere a che fare con i metalli fusi l’alternativa un po’ più a basso costo è quella di utilizzare la pistola con la colla a caldo scegliendo una colla già dotata di glitter dorati o in alternativa trasparente su cui poi passare un po’ di smalto per unghie dorato.
Non potrai più usare quella tazza o quel piatto per bere ma potrai incollarli dentro una cornice e appenderli o utilizzarli come centrotavola.
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