Quando si gettano i rifiuti, si è terminato il proprio compito di divisione e conferimento negli appositi cassonetti. Ma dopo aver fatto il proprio dovere, ogni cittadino si può chiedere legittimamente che fine fanno i rifiuti. Specie per ciò che concerne l’indifferenziata, calderone indistinto la cui destinazione può rimanere ignota. Come si sa, i rifiuti, specie nelle aree urbane, sono un grosso problema, per la quantità eccessiva accumulata nel tempo. Ma esiste un protocollo specifico sul trattamento dei rifiuti, anche chiamato ciclo vita dei rifiuti.
Le fasi del ciclo vita sono ben identificate:
- Produzione: classificazione di un rifiuto;
- Accumulo temporaneo: stoccaggio del rifiuto in un luogo prossimo a quello di produzione, come ad esempio i cestini domestici;
- Conferimento: trasporto del rifiuto in un sito cassonetto o isola ecologica;
- Raccolta: passaggio del rifiuto dal cassonetto ad un ente terzo, che si occupa di raccoglierlo;
- Trasporto: movimentazione del rifiuto dal punto di raccolta al punto del trattamento e/o smaltimento;
- Trattamento e/o smaltimento: insieme di processi che portano al recupero di materiali e/o energia dal rifiuto, ed alla sistemazione definitiva dei rifiuti non recuperabili.
Tutte queste fasi del ciclo vita dovrebbero essere rispettate pedissequamente, ma la catena è talmente lunga, e gli agenti incaricati talmente tanti che se solo una maglia della catena commette un errore salta tutto il corretto processo di smaltimento.
Rifiuti, che fine fa l’indifferenziato?
Nei contenitori dell’indifferenziato generalmente si introducono tutti i rifiuti non riciclabili. Da una direttiva della Comunità europea entro il 2035 solo il 10% dell’indifferenziata dovrà finire nella discarica. Tutto il resto sarà recuperato tramite gli impianti di termovalorizzazione che consentono la trasformazione dell’indifferenziato in energia elettrica ed energia termica per il teleriscaldamento. In questo modo anche l’indifferenziata acquisisce il suo ruolo utile nel ciclo del riutilizzo.
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Anche in assenza di termovalorizzatori si possono recuperare frazioni di metalli, umido e carta dall’indifferenziata. Certo, il lavoro di separazione deve essere cavillare, ma lo scopo è di destinare la quantità minore possibile di rifiuti alle discariche, che sono sempre più intasate. Ogni rifiuto, se correttamente trattato, può diventare un’importante risorsa.