La Nuova Ecologia riporta una notizia dell’Ansa secondo la quale la città de L’Aquila, dopo l’emergenza sisma, è ora alle prese con il problema dei rifiuti.
Non c’è pace per L’Aquila. La città, in pieno fermento ricostruzione dalle macerie generate dal tremendo sisma dello scorso aprile, deve ora combattere su un nuovo fronte: la gestione dei rifiuti. A sei mesi dal terremoto, la raccolta dei rifiuti è molto lenta e sta diventando un forte elemento di allarme sociale.
I fondi per la società della nettezza urbana sono scarsi e addosso ai cassonetti si accumulano chili di rifiuti solidi urbani, di materiale umido di origine domestica e dei cantieri per la ricostruzione. Tanto da prestare il fianco ad un allarme anche di tipo sanitario in una situazione nella quale si è registrata la forte carenza di interventi di disinfestazione. Il problema si sta estendendo a tal punto che, anche per effetto della presenza delle tendopoli, gli operatori della nettezza urbana sono costretti a dover scegliere in quale via intervenire.
A tutto questo si aggiunge il problema dello smaltimento delle macerie e soprattutto dei materiali tossici quali l’eternit. L’assessorato comunale all’ambiente ha già calcolato che per liberare il capoluogo abruzzese dalle macerie saranno necessari almeno cinque anni. L’emergenza rifiuti si sta facendo ogni giorno così pressante da creare decine di discariche abusive. Il comune sta cercando di intervenire attraverso l’organizzazione di 12 punti di raccolta in cui i cittadini potranno portare materiali inerti e rifiuti ingombranti come lavatrici e frigoriferi che in questo momento risultano abbandonati un po’ ovunque.
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