E chi l’avrebbe mai detto che si potesse ridare nuova vita agli olii esausti. Alcuni ricercatori della Brigham Young University (Hawaii) hanno scoperto come ricavare saponette dagli scarti di biofuel. Ed ecco che si risolvono due problemi: il primo riguarda l’approvvigionamento di sapone dell’università (permettendo all’ateneo di risparmiare ben 15mila dollari ogni anno!), il secondo è lo smaltimento e la gestione dei rifiuti speciali come possono essere questi scarti di lavorazione degli olii, a partire da quelli vegetali usati anche in cucina.
Inutile sottolineare gli enormi benefici, economici sì, ma soprattutto benefici ambientali, che questa scoperta comporta. Lo studio è partito circa due anni fa dalla Hawaii Reserves Inc, ed il risultato è frutto di numerose sperimentazioni da parte dell’università. Come spiega il meccanico addetto alla manutenzione della HRI , Daniel Clark, i primi biofuel sui quali sono state condotte le ricerche sono quelli di trattori e falciatrici da giardino.
Il sapone si ricava dal glicerolo, un sottoprodotto del biocarburante. Clark ha spiegato che il glicerolo, oltre che per il sapone, è utile anche come fertilizzante. Quando l’azienda per cui lavora ha scoperto il modo per ricavare il sapone, ha dovuto però affidarsi agli studi del campus per raffinarlo a dovere. Riuscendoci notevolmente: il prodotto finito è una saponetta dall’odore gradevole, con un ottimo grado di idratazione, oltre che antibatterica.
Immagini tratte da:
rinnovabili.it
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