Lo scorso 19 luglio si è sviluppato un violento incendio in un’azienda, la Seab, che si occupa di smaltire rifiuti speciali. Il WWF richiama l’attenzione sulla disorganizzazione nella gestione dell’incidente da parte delle autorità locali.
Tanto è vero che il WWF ha chiesto che i provvedimenti cautelari previsti per Chieti all’indomani dell’incendio vengano estesi anche ai comuni vicini, Pescara compresa. La richiesta dell’associazione ambientalista ha una comprensibile ragione d’essere data la volatilità e la dispersione, a largo raggio, nell’atmosfera delle sostanze combuste tra le quali vanno ricordate le diossine.
Nell’incendio della Magma, avvenuto il mese scorso, la ricaduta degli inquinanti è stata registrata anche a diversi chilometri di distanza, fino al Parco della Majella. Il pericolo quindi non si limita solo al comune di Chieti, ma riguarda un territorio più vasto. Tra l’altro, ricorda l’associazione, a tutt’oggi non è previsto il monitoraggio costante della qualità dell’aria e del suolo nella Val Pescara nonostante il verificarsi di diversi incendi, non ultimo quello del 19 luglio. Sarebbe ora che i comuni organizzassero una task force ed un piano di intervento congiunto in modo da non disperdere energie e tenere monitorata la qualità dell’ambiente su un territorio molto vasto all’indomani di un incendio che ha riguardato rifiuti speciali.
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