Secondo Legambiente il traffico di rifiuti costituisce un illecito da 7 miliardi di euro, un enorme giro d’affari che permette di inviare in paesi come Africa o Asia rifiuti pericolosi come plastica, oliii industriale e parti di autoveicoli spacciandoli per materie prime, il perché? Per non smaltire e pagare la loro corretta gestione.
Secondo Antonio Pergolizzi, coordinatore dell’Osservatorio sull’ambiente e la legalità di Legambiente “quello del traffico illegale dei rifiuti è un problema sottostimato e poco conosciuto anche a livello europeo. Smaltire una tonnellata di rifiuti non pericolosi costa circa 150 euro, mentre per i rifiuti pericolosi si sale a 300-400 euro. Con il traffico illecito si risparmia nel primo caso in media il 20%, nel secondo caso il 50%, ma le punte sono molto più alte. Ad esempio, eliminare un container di 20 piedi con 15 tonnellate di rifiuti pericolosi può costare 60.000 euro se si osservano le normative, ma solo 6.000 euro se si procede per vie illegali”.
Quello dello smaltimento dei rifiuti pericoli è un fenomeno molto diffuso nel nostro paese, nelle scorse settimane ci sono state diverse operazioni che hanno portato al sequestro di rifiuti illegali. Nel solo mese di agosto a Mazara del Vallo e ad Ancona sono stati bloccati 10 tonnellate di parti d’auto derivanti da autodemolizione (spediti come “pezzi di ricambio”) e nel secondo caso più di mille copertoni, considerati rifiuti dalla normativa, in partenza per la Costa d’Avorio. Andando a ritroso nel tempo ci si accorge che gli illeciti ambientali legati ai rifiuti sono una grossa piaga, Gioia Tauro, Reggio Calabria, Civitavecchia, La Spezia…sono molte le città che spesso si imbattono in sequestri di questo tipo.
Secondo il Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane, nel solo 2009, sono state sequestrate 7.914 tonnellate di rifiuti rispetto alle 4.603 del 2008, un aumento del 71%. Quasi sempre questi rifiuti vengono spacciati per materie prime, spediti all’estero e riutilizzati nei processi industriali, con conseguenze dannosissime per la salute di tutti noi.