Il rigassificatore di Trieste rappresenta ancora una questione che stenta ad essere definita in tutti i particolari. E’ proprio questo che ha affermato il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che ha definito il tutto come una questione ancora non chiusa. Intanto le associazioni ambientaliste come Legambiente e WWF fanno sentire la loro opposizione, anche perché non è chiara la questione della compatibilità del rigassificatore con il porto.
Non possiamo rischiare di mettere a rischio la sostenibilità ambientale. E’ assurdo che se ci sono dei dubbi questi non vengano presi in considerazione. Il solo fatto che ci siano delle perplessità implica un rischio per la salvaguardia ambientale, che non può passare in secondo piano.
Il rigassificatore di Trieste è stato progettato nel 2004 da una multinazionale spagnola, ma per il suo futuro non si sa ancora nulla di sicuro. La Regione ha anche convocato una conferenza dei servizi per rilasciare eventualmente un’autorizzazione, ma occorre l’unanimità.
I movimenti ambientalisti in ogni caso sono pronti a far sentire la loro voce. Il rischio inquinamento è comunque elevato e il pericolo si fa sentire soprattutto per l’Adriatico settentrionale, già sottoposto ad altre vicende piuttosto a rischio, come l’oleodotto transalpino e l’ingente trasporto delle merci.
L’inquinamento del mare è una questione fondamentale. E’ impensabile che si possa mettere a rischio il rispetto dell’ambiente solo per una questione di investimenti e di ritorni economici.
Clini ha affermato la necessità che l’Italia possa assicurarsi l’approvvigionamento delle fonti energetiche che le occorrono. Inoltre, ha assicurato che la struttura non presenta problemi di sicurezza.
Ma noi continuiamo a credere che delle altre verifiche sono necessarie, per essere assolutamente certi di non generare un impatto ambientale forte.