Rimandare la sveglia è una pratica che coinvolge moltissime persone in tutto il mondo. Eppure, nonostante la diffusione, non fa bene
Svegliarsi la mattina può risultare difficile per diverse ragioni. Una di queste è il nostro ciclo sonno-veglia, che è regolato dall’orologio biologico interno del nostro corpo chiamato ritmo circadiano. Durante la notte, il nostro corpo si rilassa e diminuisce la produzione di melatonina, l’ormone del sonno. Al mattino, quando il nostro corpo ha completato il ciclo del sonno, la produzione di melatonina diminuisce e aumenta invece quella di altri ormoni, come il cortisolo, che ci aiutano a svegliarci e ad essere attivi durante il giorno.
Tuttavia, il nostro stile di vita può influenzare negativamente il nostro ciclo sonno-veglia, rendendo più difficile svegliarsi al mattino. Ad esempio, se non andiamo a letto alla stessa ora ogni notte o ci esponiamo a fonti di luce intensa prima di andare a letto, il nostro ritmo circadiano può essere alterato, rendendo più difficile svegliarsi al mattino. E quando, al mattino, suona la sveglia viene naturale l’istinto di rimandarla. Un comportamento che però non fa affatto bene.
Rimandare la sveglia fa male. Lo studio
La pratica di fare uno snooze, ovvero premere il pulsante di “sonnellino” sulla sveglia, dopo la prima suoneria, è una cattiva abitudine che può danneggiare il nostro organismo. Questo è quanto affermano i ricercatori dell’Università di Notre Dame negli Stati Uniti, i quali sostengono che rimandare la sveglia non solo non aiuta a svegliarsi, ma rende il processo ancora più stressante del necessario.