I rutti delle mucche contribuiscono al riscaldamento globale: come è possibile e cosa sta facendo la scienza per porre un rimedio.
Il riscaldamento globale? Colpa anche dei rutti delle mucche: quella che per anni è stata fatta passare alla stregua di una bufala, in realtà è una notizia vera e gli scienziati da tempo stanno cercando di porre un argine a questa condizione. Cerchiamo di capirne qualcosa in più e anche le ricerche che sono state aperte in questi ultimi mesi, proprio per ridurre un certo tipo di emissioni.
L’assunto di base è che quando le mucche ruttano rilasciano metano nell’atmosfera terrestre: come noto, il metano è un potente gas serra e quindi contribuisce al riscaldamento globale. Si tratta di un dato di fatto che non riguarda solo i rutti, ma anche le flatulenze delle mucche. La questione è talmente seria che in Nuova Zelanda scattano addirittura le multe per quegli allevatori che non riescono a tenere sotto controllo tali emissioni di metano.
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A questo, peraltro, si aggiunge un recente studio su quanta biomassa vivente producono alcuni mammiferi, mentre anche nel Vecchio Continente gli allevatori sono sul piede di guerra per recenti norme che mettono sullo stesso piano o quasi gli allevamenti e le fabbriche. Ma torniamo a rutti e flatulenze delle mucche: secondo alcune ricerche, queste sono causa addirittura del 40% dei gas prodotti e che contribuiscono al riscaldamento del Pianeta Terra.
Altre stime sicuramente più realistiche e meno avventate parlano del 14,5% delle emissioni globali di gas serra prodotto da rutti e flatulenze di mucche, mentre il dato aumenta fino al 40% ma solo ed esclusivamente relativamente al gas metano. Resta il fatto che è il problema rimane e questo comporta che appunto in molti scienziati e ricercatori vogliano correre ai ripari e che siano diversi gli studi atti a ridurre l’emissione di gas metano da parte delle mucche.
Uno degli studi che viene condotto in questi mesi è stato messo in atto all’Università della California a Davis, dove 18 mucche sono separate dalle altre nel caseificio del campus universitario stesso. Fanno parte di una serie di progetti che intendono ridurre drasticamente l’impatto sul clima della produzione lattiero-casearia e bovina. Chiaramente, i risultati sono a portata di mano, per un semplice motivo: “l’innocenza” delle mucche è comprovata.
Il bestiame, infatti, fa da “tramite” ma l’attività umana rimane il principale motore delle emissioni di gas serra. In sostanza, i ricercatori stanno studiando come l’industria agricola potrebbe contribuire al cambiamento climatico, semplicemente cambiando il regime alimentare delle mucche, una dieta ricca di fibre a cui si può cercare un’alternativa valida e meno inquinante.
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