Il rischio sale e preoccupa tutti. il Governo si sta muovendo per mettere in sicurezza il bene più prezioso: l’acqua.
L’acqua è indispensabile e oggi più che mai prestare attenzione agli sprechi è importante per noi stessi, ma anche per chi arriverà in futuro. Gli ultimi dati non promettono nulla di buono.
Il Governo sta cominciando a muoversi per mettere in sicurezza il bene più prezioso: l’acqua. Il Consiglio Nazionale della Ricerca (Cnr), stima che tra il 6% e il 15% della popolazione Italiana vive, ormai, esposto alla siccità.
Non piove più e di conseguenza manca l’acqua. La stima parla di 3,5 milioni di italiani che potrebbero rimanere senza il bene più prezioso. Purtroppo le mancate precipitazioni di neve in pianura padana hanno peggiorato la situazione. Le temperature si sono rialzate nel mese di febbraio. A lanciare l’allarme è stato l’Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), che in una nota ha riportato i dati del Cnr.
I dati preoccupano
Il dato è allarmante secondo il Cnr la neve caduta è inferiore ai valori medi che riguardano il decennio 2011-2021. Il Po, ad esempio, registra portate al di sotto del minimo storico. Questo significa che tutto quello prodotto in quelle zone, ovvero dove si registra metà, dell’allevamento nazionale rischia molto. Secondo le stime di Coldiretti il deficit idrico è al 30% al 40% nel Nord italia.
In Lombardia ad allarmare è il fiume Adda: la portata è in continua decrescita da tempo, e in questo momento e inferiore a quella degli scorsi. Ai minimi anche i livelli di Serio ed Oglio.
In Piemonte, quasi tutti i fiumi si stanno ritirando favorendo il divario rispetto agli anni trascorsi, nota positiva, però, per due fiumi che hanno registrato una piccola ripresa il Pesio e il Tanaro. Importante è ricordare che la portata è sempre più bassa di quella del 2022 ed è inferiore rispetto alla media del 77.5%.
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Le zone tirreniche dell’Italia centrale non sono da meno, la siccità comincia a farsi sentire pure lì. Ad esempio il Tevere sta risentendo della decrescita dall’Umbria fino alla foce. Il lago di Bracciano rispetto al 2022 è a un livello più basso. La portata dell’Aniene, invece, è meno della metà della media storica.
Ora più che mai tocca rimboccarsi le maniche e agire tempestivamente i dati si evolvono e mutano di giorno in giorno.