Anche Bruxelles si mette al lavoro per riuscire a salvare l’oro blu, la più preziosa risorsa naturale che abbiamo sul nostro Pianeta Terra e che troppo spesso sprechiamo inutilmente. La risoluzione è stata approvata oggi dall’Assemblea di Strasburgo: con tale iniziativa, infatti, l’Europarlamento mira a incentivare un uso più efficiente e responsabile dell’acqua, eliminando gli sprechi e aumentando la consapevolezza che si tratta di un bene raro, finito, e che l’accesso all’acqua deve essere considerato uno dei diritti universali dell’uomo.
Per gli eurodeputati il primo compito da raggiungere è proprio quello di ridurre i consumi tramite scelte più intelligenti, oltre ad un’attenta valutazione del sistema idrico di tutti i Paesi che compongono l’Unione Europea. A causa di problemi alla rete, infatti, si perde quasi il 20% dell’acqua disponibile, una percentuale davvero troppa alta che potrebbe essere destinata in tutt’altro modo, decisamente più incline ad uno sviluppo sostenibile del pianeta e a favore delle popolazioni tutte. Nelle città europee questa drammatica percentuale arriva a sfiorare quote del 70%, davvero impensabili.
La risoluzione vorrebbe anche che i servizi idrici locali prevedessero principi di maggiore equità, dove chi utilizza e spreca maggiormente questo prezioso bene sia costretto a pagare una quota ulteriore, così come chi contribuisce sostanzialmente all’inquinamento dell’acqua. La sua contaminazione alla fonte e la gestione delle acque reflue, infatti, sono problemi molto sentiti anche nel nostro paese, dato che ci ritroviamo con un deferimento della Corte di Giustizia Ue proprio per non aver rispettato le regole sul tema dei reflui.
photo: erio
Acqua, l’Italia rischia l’emergenza. Scende in campo Legambiente
In Italia abbiamo a disposizione in un anno quasi 52 miliardi di metri cubi di acqua, con una media per abitante di almeno 400 metri cubi. Ma gli sprechi sono dietro l’angolo, a partire dall’agricoltura che, soprattutto a causa di alcune tecniche vecchie e non più efficaci, riesce a sprecare 20 miliardi di metri cubi di acqua ogni anno.
Secondo l’Istituto di ricerche ambiente e l’associazione Legambiente, rendere maggiormente moderne le tecniche di irrigazione ci farebbe risparmiare il 30% di acqua. Ma la situazione è tragica anche per un altro motivo.
Sembra infatti che le perdite di acqua in tutta Italia siano veramente notevoli. Il sistema idrico italiano non è sicuramente dei migliori e in tutte le regioni si spreca acqua solo perché le reti idriche hanno delle perdite considerevoli.
Basti pensare che, secondo le informazioni diffuse da Ecosistema Urvano e da Cittadinanzaattiva, il Molise ha una perdita di acqua del 65%, la Basilicata del 58%, il Lazio del 38%. In media in tutta Italia si perde il 35% dell’acqua.
Una situazione molto grave che non può essere in alcun modo sottovalutata. Ermete Realacci, deputato del Partito Democratico, ha di recente presentato un’interrogazione parlamentare relativa alla situazione della Toscana, in particolare per le aree di Firenze, Prato e Pistoia.
Ermete Realacci fa notare le condizioni gravi in cui versa la regione, e purtroppo non è un caso isolato: “E’ possibile che quest’estate nella regione sarà necessario un razionamento della fornitura di acqua e una riduzione del Dmv dei fiumi. La terra secca e argillosa, anche in caso di piogge abbondanti, ne assorbirebbe la gran parte ed è ormai difficile che si riequilibri il livello degli invasi e dei corsi d’acqua“.
La proposta di Legambiente per fronteggiare la situazione
Lo spreco dell’acqua e la cattiva gestione delle risorse idriche in Italia sono, come detto, un annoso problema che merita attenzione e una rapida risoluzione: per capirne l’entità, basta pensare che la nostra capacità di consumo è superiore ben di dieci volte rispetto alle disponibilità dei paesi del Sud del Mediterraneo, senza considerare la questione della siccità che affligge il nostro territorio e i terreni agricoli.
In Italia è l’agricoltura, infatti, l’ambito produttivo che necessita maggiormente di risorse idriche, e solo a seguire si posizionano il settore civile con i suoi 9 miliardi di metri cubi l’anno, l’industria con 8 miliardi e la produzione di energia con 5 miliardi.
L’oro blu e la sua reperibilità sono un problema che affligge tutto il Pianeta Terra, costringendo i big ad un meeting -seppur fallimentare-, il World Water Forum.
In Italia, soprattutto in concomitanza con la stagione estiva, tutte le regioni hanno maggiori necessità di approvvigionamento dell’acqua, ma anche in questo caso il primato per raccolta di risorse spetta al nord, in particolare al Nord Est con una disponibilità di 1975 metri cubi annui per abitante, contro il triste risultato della regione Puglia, con 220 metri cubi per abitante l’anno.
Tutti questi dati sono stati presentati nel rapporto redatto da Legambiente con la collaborazione dell’Istituto Ambiente Italia “Acqua bene comune, responsabilità di tutti”, dove però l’associazione per l’ambiente propone anche anche alcune soluzioni concrete di miglioramento. Lo sfruttamento eccessivo, infatti, non permette una naturale circolazione idrica, le cui conseguenze sono la crisi dell’ecosistema e la difficoltà di diluizione delle sostanze inquinanti nei fiumi. Di fatto, il miglioramento del ciclo dell’acqua sarà possibile grazie a nuovi investimenti atti a incrementare la portata di risorse idriche nelle falde e negli alvei, e di conseguenza atti a migliorare il ciclo dell’acqua. In questo modo, infatti, si creerebbero nuovi posti di lavoro e si eviterebbero pesanti multe. Una nuova gestione della risorsa dovrebbe inoltre prevedere una differente tariffazione, in linea con i principi di consumo critico e sviluppo sostenibile: per Legambiente, infatti, dovrebbero essere garantiti gratuitamente 50 litri d’acqua ad ognuno al giorno, con successiva tariffazione progressiva che miri a penalizzare sprechi e grandi consumi. L’acqua è infatti una risorsa limitata, e come tale andrebbe trattata: oltre un determinato quantitativo, chi più ne fruisce più ne paga.
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