I latticini possono contenere dei batteri nocivi per la salute umana. Il Ministero della Salute ha individuato un formaggio contaminato
I controlli periodici del Ministero della Salute non sono essenziali esclusivamente per identificare i prodotti non vendibili e potenzialmente pericolosi per l’uomo. Servono anche a comprendere meglio nel tempo quali sono le categorie più a rischio degenerazione alimentare oppure a contaminazione batteica. La distribuzione della GDO, ovvero la grande distribuzione organizzata, è stata la prima a modificare il rapporto tra prodotto e consumatore. A differenza del mercato tradizionale, gli imballaggi industriali sono stati una tecnologia che ha consentito la conservazione del cibo normalmente deperibile per lungo tempo, come ad esempio tramite il sottovuoto.
I formaggi industriali, o meglio venduti nella grande distribuzione, ma anche a volte di origine artigianale, devono essere tenuti molto sotto controllo per evitare nel tempo lo sviluppo di patogeni. Infatti in Italia la vendita di formaggi a latte crudo è consentita solo in situazioni molto particolari, ma non nei supermercati. Il primo modo per proteggere il formaggio dall’attacco batterico è la pastorizzazione, la cottura prolungata del latte che ne sterilizza il contenuto, prima ancora di diventare prodotto caseico.
Il formaggio ritirato per riscio contaminazione da Escherichia coli (STEC)
Come accennato, la pastorizzazione protegge in parte il formaggio dal rischio di sviluppo batterico. È necessaria una parentesi. Non tutti i batteri sono nocivi. Lo yogurt è pieno di batteri che contribuiscono alla flora intestinale positivamente. Anche il gorgonzola, se ci si pensa bene, ha le striate verdi dovute a batteri vivi. In altri casi al contrario sono patogeni. Come nel caso dell’Escherichia coli. È un agente patogeno che se ingerito nell’uomo attraverso i prodotti alimentari, può essere pericoloso. Si annida nel tratto gastro intestinale dell’animale, e tramite il latte passa nell’alimento e poi all’essere umano.
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L’Escherichia coli può essere anche molto pericolosa, specialmente nei bambini. I sintomi più comuni sono vomito e dierrea. Nei casi più acuti si possono creare anche fenomeni emorragici. L’Escherichia coli può essere di due tipi, STEC e VTEC. Il secondo è la forma più acuta. Scrive l’ISS a tal proposito: “La manifestazione clinica associata a infezione da VTEC varia dalla diarrea acquosa, alla colite emorragica e alla Sindrome Emolitico Uremica (SEU). Quest’ultima è la manifestazione più grave delle infezioni da VTEC e colpisce soprattutto i bambini. È generalmente legata agli stipiti VTEC produttori di vero tossina di tipo 2 (portatori del gene vtx2)”.
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Il prodotto alimentare ritirato il questione è risultato, da analisi del Ministero della Salute, positivo all’Escherichia coli verocitotossici di tipo STEC, quindi meno aggressiva, ma che può comunque portare a colite ulcerosa, diarrea, vomito e febbre. Si tratta del formaggio Ossolano D.O.P.. Il nome del produttore è la”Latteria sociale antigoriana COOP S.A.C”. Lotto di produzione: 00054-34381 / ns. L 2186. È una forma da peso variabile di cinque o sette chili, con termine minimo di conservazione a 60 giorni. Il Ministero della Salute inserisce nel richiamo le avvertenze ai consumatori: “Restituire il formaggio Ossolano Dop del lotto indicato al rivenditore presso cui il prodotto è stato acquistato. Per contatti: Bertolino Snc; Tel. 0324/243102 e-mail: info@bertolinosnc.it”.