Il futuro della raccolta differenziata passa forse anche per l’intelligenza artificiale e per i robot in grado di riciclare in maniera più precisa di quanto non riescano a fare gli esseri umani?
Il ruolo delle intelligenze artificiali e dei robot nella vita di tutti i giorni e nelle attività quotidiane diventerà sempre più importante. Ma senza entrare nel dettaglio di possibili scenari apocalittici uno degli ambiti per cui proprio l’ausilio della tecnologia potrebbe risultare importante è quello dello smistamento dei rifiuti. I risultati di un recente esperimento condotto da un team interno di Google Research mostrano che si tratta di una possibilità da non sottovalutare.
Uno dei principi per un futuro sostenibile è quello di ridurre al minimo i rifiuti o quanto meno cercare di ridurre al minimo i rifiuti che non possono in alcun modo essere avviati a percorsi di riciclo. Ma per quanti sforzi si facciano c’è ancora il problema di non riuscire sempre a smistare i rifiuti in maniera corretta. Con l’aiuto dei robot forse avremo uno strumento in più.
Sul blog ufficiale Google Research è stato di recente pubblicato un post che documenta nel dettaglio un esperimento. Questo esperimento ha coinvolto 23 robot in un arco di tempo di due anni. La particolarità dei robot era che sono stati dotati di un sistema cosiddetto Deep RL dove RL sta per reinforcement learning ovvero apprendimento rinforzato. Si tratta di un sistema con cui attraverso i tentativi le intelligenze artificiali possono apprendere comportamenti estremamente complessi con una più che discreta somiglianza con ciò che accade anche al cervello umano.
Come chiarito nell’incipit del blog lo scopo di questo esperimento è stato quello di provare ad inserire i robot dotati di sistema RL in un ambiente reale dato che “il mondo reale è complesso, diversificato e cambia nel tempo presentandosi come una sfida importante per i sistemi robotici“. L’esperimento ha comportato l’organizzazione di una serie di stazioni in cui gli esseri umani hanno conferito i propri rifiuti ma senza prestare sempre attenzione a ciò che veniva posizionato nei rispettivi contenitori. I robot sono stati lasciati quindi liberi di girare tra le diverse stazioni di riciclo e hanno analizzato ciò che era stato posizionato nelle stazioni di raccolta provvedendo, dove necessario, a smistare i materiali riciclabili in base alle loro caratteristiche.
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L’esperimento condotto dal team di Google Research si è composto di una parte effettuata dentro gli uffici e di una parte di training effettuata in quelle che sono definite “robot classroom“. E i risultati sono quanto mai promettenti. Soprattutto è risultato promettente notare la curva di miglioramento dalle prime esperienze alla conclusione. Il sistema è riuscito in media a smistare correttamente l’84% degli oggetti presentati ai robot con una riduzione fino al 50% della contaminazione tra diverse tipologie di rifiuti. Risultati che fanno quindi ben sperare anche per una implementazione più ampia e allargata di questi sistemi.
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