Roma, città invasa da questa vespa: cosa fa sui balconi

In particolare nella città di Roma sono stati richiesti numerosi interventi per rimuovere i nidi di vespa orientalis. Cosa succede sui balconi

vespa cosa fa sui balconi
Vespa (Foto Pixabay)

La città di Roma è letteralmente invasa dalla vespaorientalis e dai calabroni. questi ultimi, molto più pericolosi della prima, sono stati avvistati in numerosi domicili. La vespa però tende a nidificare più facilmente. Tante richieste di soccorso, specialmente nella zona di Monteverde. La vespa, a differenza dell’ape, non emette un veleno così sensibile da provocare shock anafilattico e dunque decesso. Nonostante ciò può pungere ripetutamente più volte. L’ape invece con la puntura perde il pungiglione e muore. Il suo investimento nella puntura, di solito per difendere l’alveare, è talmente grande da rendere più difficili gli attacchi.

Mentre invece la vespa può pungere più facilmente. Ed anche se non così rischiose per la vita, le punture di vespa sono molto urticanti. Per i non allergici alle punture delle api anche di più. Di conseguenza un nido in prossimità del domicilio è un pericolo per gli abitanti. Dalle considerazioni di esperti locali, è stato appurato che ha giocato un ruolo determinante l’aumento di rifiuti in città.

Vespa orientalis, cosa succede sui balconi di casa

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Vespa nido (Foto Pixabay)

Il problema rifiuti nella Capitale sta diventando sempre più urgente. Oltre all’invasione di gabbiani e topi, ora regala anche le vespe, che cercando le sue prede, si imbattono nei rifiuti, luoghi dove gli insetti di cui si ciba si annidano maggiormente. E quando in un luogo si trova ciò di cui si ha bigogno si tende a stabilizzarsi. E la vespa non fa da meno. Se trova cibo e riparo nidifica, in un luogo protetto e sicuro. Per cui può essere frequente nelle aree infestate, trovare dei nidi nella prossimità dell’appartamento, anche sul balcone.

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È facile che si nascondano nelle intercapedini dei muri. Quando escono, vanno di balcone in balcone alla ricerca di cibo. Portano via anche le crocchette di cani e gatti. Anche il centro storico della Capitale ha ricevuto molte segnalazioni, in prossimità del pantheon. L’etologo, zoofilo Andrea Lunerti spiega che la ricerca di cibo nei rifiuti è un fattore “che altera la selezione naturale di queste specie, rafforzando la possibilità di riproduzione di queste colonie, che così trovano più facilmente nutrimento”.

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I cittadini possono fare la loro parte avvisando in caso di avvistamenti di nidi. E soprattutto contribuendo a tenere la città pulita. I rischi igienico – sanitari sono ormai dietro l’angolo. E l’invasione delle vespe prelude a quella dei calabroni, che se arriverà sarà simile ad una delle piaghe di Egitto. Ma il problema andrebbe affrontato alla radice dalle istituzioni locali, che saranno presto obbligate a prendere in considerazione la questione, a meno che non vogliano utilizzare vespe, calabroni, gabbiani, topi e cinghiali come le oche del Campigdoglio.

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