Russia, prima missione lunare dopo ben 47 anni: l’atterraggio della sonda Luna-25, trasportata dal razzo Soyuz, è previsto per il 21 agosto prossimo. Scopriamo insieme il vero scopo della missione
A distanza di 47 anni dall’ultima volta, la Russia torna ad imporsi in materia di esplorazione dello spazio, in modo particolare per quel che concerne il satellite terrestre. Attorno all’1:10 di venerdì 11 agosto (ora italiana) è infatti decollato il razzo Soyuz, incaricato di scortare la sonda Luna-25 direttamente nella zona del polo sud lunare.
Stando a quanto riferito dall’agenzia spaziale russa Roscosmos, la sonda raggiungerà l’orbita del satellite entro un limite massimo di 5 giorni. A partire da quella data, essa impiegherà dai 3 ai 7 giorni di tempo per ispezionare il territorio e per comprendere in quale preciso punto del polo sud lunare atterrare. La data per l’allunaggio, secondo le ipotesi finora avanzate, è fissata al prossimo 21 agosto.
La partenza del razzo dal cosmodromo Vostočnyj ha inevitabilmente fatto sì che le attenzioni di migliaia di agenzie ed esperti provenienti da ogni parte del mondo fossero rivolte all’esito – ma soprattutto allo scopo – della missione. Approfondiamo, a questo punto, quali siano gli intenti che l’agenzia spaziale russa Roscosmos intende raggiungere in relazione alla missione, e quanto a lungo la sonda Luna-25 rimarrà nell’area del polo sud lunare.
Esplorazione della luna: le tappe più importanti alla scoperta del satellite terrestre
Mentre fervono i preparativi per l’imminente ritorno dell’uomo sulla Luna – la missione prevedrà la partenza di 4 esperti che atterreranno sul satellite sul finire del 2024, a distanza di 52 anni dalla missione dell’Apollo 17 -, è doveroso ricordare le principali tappe concernenti l’esplorazione del satellite. A partire dall’ormai celeberrimo 1969, anno in cui l’Apollo 11 – prima missione spaziale che portò all’atterraggio di due uomini sulla Luna – vide l’astronauta Neil Armstrong poggiare i piedi sul suolo lunare.
Da quel momento in avanti, numerose furono le missioni condotte nell’ambito di quella che viene ricordata come “corsa allo spazio”. Stati Uniti e Russia le Nazioni maggiormente attive in materia, ma non bisogna dimenticare anche il ruolo del Giappone, con la missione Hiten tenutasi nel 1990 (volta a concludere il programma dell’Apollo 17), ed anche dell’Agenzia Spaziale Europea, che nel 2003 ha inviato la prima sonda europea ad esplorare il satellite.
Tornando alla questione del razzo Soyuz, lanciato in orbita nella giornata di ieri, 11 agosto (1:10 ora italiana), lo scopo per il quale esso trasporterà la sonda Luna-25 direttamente sulla superficie del polo sud lunare è meramente esplorativo. L’intento, come fa sapere l’agenzia russa Roscosmos, è quello di “prelevare campioni di suolo ed analizzarlo, oltre che di condurre ricerche scientifiche a lungo termine“.
A tale scopo, la sonda Luna-25 – il cui allunaggio, dopo un periodo di analisi del territorio condotto in orbita, è previsto per il prossimo 21 agosto – rimarrà sulla superficie del satellite per circa un anno. Un tempo sufficiente per apprendere quante più informazioni possibili sulla Luna, con particolare attenzione verso le sue risorse minerarie.
In aggiunta, Roscosmos si è detta intenzionata a comprendere se sia possibile realizzare degli avamposti umani sul territorio del polo sud lunare. L’obiettivo? Quello di testare nuove tecnologie che possano condurre all’esplorazione di Marte – il pianeta più attenzionato di tutto il sistema solare, a fronte delle sue similitudini con la Terra – e di altri asteroidi fonti di risorse minerarie anch’essi.
Corsa allo spazio, le recenti scoperte scientifiche su Marte: sarà possibile viverci?
Oltre alla Luna, che ormai da cinquant’anni attira l’interesse di esperti provenienti da ogni dove, l’altra grande incognita del sistema solare è rappresentata da Marte. La domanda che tutti si pongono in relazione al Pianeta rosso – considerato, per temperature e morfologia, il più vicino alla Terra – è la seguente: sarebbe possibile viverci?
Stando ad un recente studio, pare proprio che le condizioni per vivere su Marte ci siano. Grazie a delle reazioni fotochimiche, nella fattispecie, verrebbero prodotti gas come idrogeno ed ossigeno, indispensabili per la sopravvivenza umana. A quanto pare, considerati questi dati, scenari che fino a poco tempo fa avremmo considerato futuristici (quali eventuali avamposti umani su Marte) non sono poi così lontani come sembrano.