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Sabbie mobili, è davvero possibile sprofondare?

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Sprofondare nelle sabbie mobili è davvero possibile? Si tratta di una domanda che prima o poi ci facciamo tutti: cosa dice la scienza?

Persona inghiottita dalle sabbie mobili
Persona inghiottita dalle sabbie mobili (Ecoo.it)

Le sabbie mobili sono una massa costituita da fango, sabbia, argilla e sale, e ovviamente acqua, incapace di sostenere anche i pesi più leggeri. Va da sé che, se ci si sposta sulla sua superficie, in breve tempo si tende a sprofondare. È proprio la caratteristica di questo terreno a ingannare i malcapitati, perché il suolo sembra solido, ma in realtà è instabile.

Acqua e sabbia rendono il suolo instabile, annullando l’attrito tra i granuli di sabbia. Dunque, è vero che una persona sprofonda facilmente nelle sabbie mobili? Quando un corpo sprofonda, la massa solida si separa da quella liquida, restando aderente alla superficie del corpo, e così diventa complicato liberarsi, affondando lentamente.

Sprofondare nelle sabbie mobili, come funziona fisicamente questo processo

Persona che sta sprofondando nel fango (Ecoo.it)

Il corpo, dunque, sprofonda nelle sabbie mobili, e più si agita e più accelera la discesa. Tuttavia, secondo molteplici esperimenti in laboratorio, il corpo sprofonda fino a un certo punto, poiché sabbia e acqua tornano a mescolarsi, trasformandosi in fango, il quale aumenta la densità e risollevando il corpo immerso. Lo studio, condotto dall’Università di Amsterdam e della Scuola Superiore di Parigi, ha fornito una risposta chiara.

Riproducendo la composizione delle sabbie mobili e testandole in laboratorio, il team di ricercatori ha provato a far sprofondare dei manichini pesanti come un essere umano in una miscela di sabbia, acqua e argilla. Il corpo umano ha una densità inferiore a quella delle sabbie mobili, perciò sprofonda solo fino a un certo punto, generalmente a metà, fino ai fianchi. Laghi e fiumi, sempre più le persone annegate: perchè accade, i pericoli nascosti.

Pericolo sabbie mobili, cosa fare per liberarsi e uscirne vivi

Tuttavia, il corpo resta incastrato tra le sabbie mobili, e non è semplice liberarlo. Dunque, non funziona come nei film, dove solitamente si utilizza una corda e una sbarra di legno per risollevare una persona sprofondata. Secondo le leggi fisiche, servirebbe una forza impressionante, pari a quella di un cric per il sollevamento di un’automobile.

Una forza del genere, tenderebbe a spezzare tutte le ossa del corpo. Dunque, come liberarsi? La tecnica migliore è quella di fare piccoli movimenti con i piedi, cercando di creare uno spazio partendo dal basso, e inclinando lentamente il corpo fino a raggiungere una posizione orizzontale, per poi rotolare fuori dalla zona di pericolo. Le tre spiagge più pericolose al mondo: da non credere.

In situazioni del genere, occorre restare calmi, (facile a dirsi ma difficile a farsi), e bisogna liberarsi di ogni peso, come uno zaino, facendo movimenti lenti. Come in acqua, occorre cercare di fare il “morto a galla”, trovando una posizione orizzontale, per poi nuotare lentamente via. Per le sabbie mobili asciutte (come ad esempio i silos colmi di grano) la situazione è diversa, ancora più pericolosa. Pericoli in mare: quest’estate fai attenzione se noti questo in acqua.

Cerasi Andrea

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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