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Sacchetti di plastica: 4 su 10 sono ancora non a norma

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In Italia, nonostante una legge del 2018, molte buste di plastica sono ancora illegali. A rivelarlo un’inchiesta parlamentare

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Buste di plastica – Adobe – Ecoo.it

I problemi delle buste di plastica includono l’impatto ambientale negativo, come la loro lentezza nell’essere degradate e la loro tendenza a finire negli oceani e nei luoghi selvaggi, danneggiando la fauna e la flora. Inoltre, le buste di plastica possono essere pericolose per gli animali se ingerite accidentalmente. Ci sono diverse soluzioni per questi problemi, tra cui l’uso di buste riutilizzabili, la promozione dell’uso di alternative biodegradabili e la tassazione delle buste di plastica.

Nonostante i problemi ambientali e gli effetti negativi sulla collettività, le buste di plastica illegali continuano ad essere utilizzate in molti luoghi, come i mercati rionali, i negozi di generi alimentari e sia nelle grandi città che nei piccoli comuni. La loro presenza causa danni ambientali incalcolabili e ha anche conseguenze economiche per la comunità. Anche perché 4 buste su 10 sono ancora oggi illegali

Le legge le vieta, eppure le buste sono ancora in circolazione

Secondo un’inchiesta parlamentare, nonostante l’interdizione dal 2018, ancora il 40% dei sacchetti in circolazione nelle città sono in plastica tradizionale, soprattutto presso negozi al dettaglio, mercati rionali e venditori ambulanti. La Commissione ha scoperto che queste attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti sono ancora molto diffuse.

Il commercio di sacchetti di plastica illegali causa danni significativi alla filiera legale, che secondo Assobioplastiche ammontano a circa 85 milioni di euro. Inoltre, ci sono anche danni all’erario per l’evasione fiscale quantificabile in 18 milioni di euro e costi per la collettività per lo smaltimento di materiali non conformi alla normativa, che si stima siano intorno ai 30 milioni di euro.
Le buste di plastica convenzionali e quelle fintamente biodegradabili causano conseguenze devastanti per gli ecosistemi. Sono una delle principali fonti di inquinamento del suolo, del mare e degli oceani. Inoltre, la plastica ha effetti negativi sull’intera catena alimentare marina e quindi anche sull’uomo. La plastica non si distrugge mai completamente, si frammenta e produce particelle microscopiche chiamate microplastiche, il loro inquinamento è invisibile, incalcolabile e irreversibile.

In Italia, per essere considerato legale, un sacchetto deve soddisfare alcune caratteristiche specifiche. In primo luogo, deve riportare la scritta “biodegradabile e compostabile“, nonché la citazione della normativa UNI EN 13432:2002, armonizzata a livello dell’Unione Europea, e il marchio di un ente che ne certifichi la conformità allo standard europeo.

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