Il Natale, con il movimento e il consumismo che comporta, si porta dietro la sua buona dose di inquinamento: ma di cosa parliamo, esattamente?
Un lato nascosto delle festività natalizie troppo spesso sfugge all’attenzione di molti. Mentre luci, colori e atmosfere incantate travolgono e avvolgono, dietro le quinte si consuma una realtà meno scintillante. Durante i giorni di festa, il nostro impatto ambientale subisce un picco impressionante, lasciando segni che si estendono ben oltre il periodo natalizio.
Le emissioni di anidride carbonica aumentano significativamente in questo periodo: bastano tre giorni per produrre il 5,5% della nostra impronta annuale di CO2. Questo dato rivela quanto sia critica la combinazione di tradizioni, consumi e abitudini radicate. Ogni scelta, dai regali alle decorazioni, contribuisce a creare un quadro che merita di trovarsi al centro di riflessioni più attente.
Natale, sai quanto inquinamento produce?
Uno studio dell’Università di Manchester ha rivelato un dato sorprendente: le abitudini alimentari natalizie della società occidentale generano un’impronta di carbonio equivalente a un’auto che percorre il giro del mondo per 6.000 volte. E non è tutto. Gli imballaggi in plastica utilizzati per i regali durante il Natale raggiungono la cifra incredibile di 125.000 tonnellate. Anche le decorazioni luminose, pur creando un’atmosfera magica, consumano energia e alterano l’ecosistema, disturbando fauna e flora sia in città che in aree più remote.
Ogni anno, dicembre ci immerge in un’atmosfera unica, dove regnano emozioni e condivisione. Ma c’è anche questo lato oscuro che non possiamo ignorare: una spinta culturale e sociale che ci porta a consumare in modo eccessivo. La pubblicità natalizia, con il suo tono familiare e affettuoso, sfrutta il desiderio di appartenenza e di creare momenti speciali. Così, comprare diventa quasi inevitabile.
Questo meccanismo, però, nasconde un problema. Secondo un’indagine di Business Leader, nel Regno Unito vengono spesi 4 miliardi di sterline in regali indesiderati ogni anno. È un dato che fa riflettere, soprattutto se si considera che questi oggetti rappresentano 8 kg di CO2 per individuo. Una parte significativa di questi regali, non essendo gradita, finisce inutilizzata o direttamente buttata, generando sprechi ingenti.
Le conseguenze del Natale e del consumismo correlato
Non è necessario smettere di celebrare o di fare regali, ma forse è tempo di interrogarsi sulle scelte che facciamo. Il consumismo natalizio non riguarda solo i regali, ma si estende anche ad altri aspetti come gli alberi di Natale. Secondo Coldiretti, 88 italiani su 100 considerano l’albero un simbolo irrinunciabile delle festività. Molti scelgono versioni sintetiche, riutilizzabili ma altamente inquinanti. Gli alberi veri, per contro, rappresentano un’alternativa più sostenibile, se acquistati da coltivazioni controllate. Questo simbolo, così caro a molti, riflette quanto sia difficile abbandonare certe abitudini, anche di fronte a una crescente consapevolezza ambientale.
Durante il periodo natalizio, anche il settore dell’abbigliamento raggiunge cifre record. Molti acquistano capi specificamente per le festività, spesso con un ciclo di vita molto breve. In Gran Bretagna, uno studio commissionato dall’associazione ambientalista Hubbub ha evidenziato che ogni anno vengono spesi 2,4 miliardi di sterline in abiti nuovi da indossare durante il Natale. È una cifra impressionante, ma ciò che colpisce di più è che una persona su cinque non indosserà mai più quei capi.
Un esempio emblematico sono i maglioni natalizi, colorati e decorati con motivi festivi. Secondo Hubbub, ogni anno nel Regno Unito vengono acquistati circa 12 milioni di maglioni natalizi, di cui molti indossati una sola volta. La maggior parte di questi capi è prodotta con materiali sintetici come l’acrilico, una fibra che durante il lavaggio rilascia quantità enormi di microplastiche, dannose per gli oceani e la fauna marina. La Plymouth University ha dimostrato che un capo in acrilico può rilasciare fino a 730.000 microplastiche per lavaggio, un dato che lega indissolubilmente il fast fashion natalizio al degrado ambientale globale.
Come vivere un Natale più consapevole
Nonostante queste sfide, è possibile celebrare un Natale più rispettoso dell’ambiente senza rinunciare alla sua magia. Ridurre l’impatto ambientale delle festività non significa privarsi di ciò che le rende speciali, ma piuttosto adottare un approccio più critico e consapevole. Per esempio, si può ripensare il modo in cui scegliamo e confezioniamo i regali. La carta da regalo tradizionale, spesso non riciclabile, può essere sostituita con materiali più sostenibili come carta da pacchi o tessuti riutilizzabili. Anche il riuso e lo scambio di regali possono diventare una scelta valida, riducendo sprechi e favorendo una cultura più sostenibile.
Per quanto riguarda l’abbigliamento, valorizzare ciò che già si possiede o optare per il second-hand rappresenta un gesto concreto verso la sostenibilità. Anche piccoli cambiamenti, come scegliere alberi di Natale veri o decorazioni realizzate con materiali naturali, possono fare la differenza. Le festività natalizie, con il loro carico di emozioni e tradizioni, offrono un’opportunità unica per riflettere sul nostro impatto sul mondo.