Focus sulle impressionanti condizioni di vita delle galline negli allevamenti, lo sfruttamento per la produzione di uova per il mercato alimentare
Una nuova inchiesta sulle condizioni di vita negli allevamenti del Nord Italia, testimonia dello stato di sfruttamento e abbandono in cui sono costrette a vivere decine di migliaia di galline ovaiole. Il rapporto realizzato dai gruppi aderenti a End The Cage Age non lascia spazio a dubbi riguardo la situazione inaccettabile negli allevamenti intensivi.
Gli animali vivono in ambienti del tutto inadeguati dal punto di vista igienico e sanitario a una produzione destinata al consumo umano. Inoltre le condizioni proibitive negli allevamenti causano alle galline stress, malattie e comportamenti aggressivi e autolesionisti. Lasciandole costrette a vivere in uno stato di privazione ambientale e frustazione comportamentale.
Le terribili condizioni negli allevamenti intensivi che producono uova
L’inchiesta ha mostrato le disastrose condizioni di vita degli animali ammassati in spazi del tutto insufficienti. Razzolando a stretto contatto con le loro deiezioni e con le carcasse abbandonate dei loro simili. Le uova stesse, destinate alla vendita per il mercato alimentare, sono in situazioni igieniche e sanitarie gravissime a forte rischio di infezioni e contaminazioni, a contatto diretto con animali morti e rifiuti organici.
Infatti negli allevamenti sono presenti patologie e parassiti come gastroenterite e acari rossi capaci di coinvolgere animali vivi e uova. In una situazione dove la diffusione di malatie come l’influenza aviaria è possibile con pericoli per la salute pubblica. Gli spazi di vita ridotti al minimi provocano deformazioni negli arti degli animali, nella spina dorsale, nello sterno con lesioni e ferite gravi per le galline.
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Le pressioni delle associazioni animaliste e dell’opinione pubblica hanno avutocomunque successo. La Commissione europea infatti ha annunciato che le gabbie saranno vietate da tutti gli allevamenti europei entro il 2027, mentre nel 2023 sarà presentata dalla Commissione una proposta legislativa per avviare la transizione verso forme di allevamento più naturali e ripettose della vita degli animali.
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Secondo la LAV che ha presentato l’inchiesta “è ormai evidente, dalla letteratura scientifica, che l’allevamento in gabbia non è adeguato a garantire condizioni di benessere a questi animali. Nelle gabbie, infatti, le galline non possono mettere in atto nemmeno i comportamenti naturali più semplici… con gravi ripercussioni sulla loro salute”. E con rischi gravi anche per la salute dei consumatori, si può aggiungere.