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Alimentazione

Il salmone è uno dei cibi più tossici al mondo: scopriamo perché

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Il salmone, considerato uno dei cibi più salutari, in realtà nasconde un lato oscuro: perché può essere considerato alimento tossico? La scoperta.

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Esemplare di salmone (Canva) – Ecoo.it

È considerato un alimento sano e buono, eppure, il salmone è un alimento che nasconde un lato oscuro. Nel mirino sono finiti gli allevamenti intensivi, con un’indagine approfondita su centinaia di allevamenti.

È l’ennesimo scandalo, nonché danno salutare e ambientale, che provocano gli allevamenti intensivi, luoghi crudeli, infernali, dove il benessere degli animali viene calpestato. E se è per questo, anche il benessere del pianeta stesso.

Che cosa hanno scoperto gli investigatori? Ci sono delle criticità insostenibili in tutta l’industria del salmone, con centinaia di migliaia di poveri pesci costretti a vivere in spazi angusti, tutti ammassati, e a nuotare tra i propri escrementi, in un’acqua melmosa, alimentando anche mutazioni di agenti patogeni che si diffondo dagli oceani fino ai supermercati dove facciamo la spesa, e che assorbiamo inconsapevolmente.

Il lato oscuro del salmone, perché spesso è considerato un alimento tossico

Tranci di salmone su tagliere (Canva) – Ecoo.it

Il consumo di salmone si è fatto via via, nel corso degli anni, sempre più diffuso e capillare in tutto il mondo. Si tratta di un pesce ricco di antiossidanti, di proteine, di Omega 3, di vitamine (in particolare A, D e B12), ma che comunque potrebbe comportare diverse problematiche e rischi per la nostra salute.

Il salmone che finisce sui nostri piatti e che consumiamo, infatti, potrebbe essere tossico, perché durante l’allevamento assorbe sostanze inquinanti.

Ciò è determinato dalle cattivissime condizioni di vita negli allevamenti intensivi, dove come al solito si pensa più al profitto che al benessere degli animali, visto soltanto come cibo da vendere.

Tralasciando il fatto che ormai gran parte dei mari è inquinata dalle microplastiche e da altre sostanze nocive, assorbite dai pesci e, di conseguenza, trasmesse al nostro organismo quando li mangiamo, a scatenare le polemiche è l’indagine svolta all’interno degli allevamenti intensivi del nord Europa.

Lo scandalo degli allevamenti intensivi di salmone

L’associazione scozzese Scottish Salmon Watch ha portato alla luce, già due anni fa, le condizioni di vita insostenibili dei salmoni. Migliaia di pesci costretti a vivere in spazi limitati, senza la possibilità di nuotare, soggetti a malattie e parassiti. Inoltre, si è assistito all’invasione di pidocchi di mare, attaccati ai salmoni stessi, e contrastati dagli allevatori con l’introduzione di sostanze chimiche.

Tra l’altro, come documentano alcuni report, in certi casi i pesci muoiono tra atroci sofferenze. Quando è il momento di abbatterli, questi vengono presti a colpi sulla testa e vengono loro strappate le branchie quando ancora sono vivi. Il rapporto intitolato Compassion in World Farming parla chiaro, dove emergono delle gravissime violazioni al benessere degli animali.

Stessa cosa, spesso, accade anche ai tonni. In Scozia, dove è stata effettuata l’indagine, si tenta persino di raddoppiare la produzione di carne di salmone entro il 2030, calpestando i diritti di questi esseri viventi.

Ma la Scozia non è il solo paese a essere sotto accusa. Il primo produttore di carne di salmone, la Norvegia, ad esempio, utilizza un colorante rosa per rendere i salmoni da allevamenti del tutto simili a quelli selvatici.

In pratica, gli allevatori aggiungono endosulfano, un pesticida tossico bandito in tutta la UE, nei mangimi dei pesci. Tra l’altro, per alimentare i salmoni nelle vasche, e per preparare olio di pesce e farina, si impiegano altre specie di pesci, tra cui il pesce azzurro, sottraendolo quindi al mare e alla pesca.

Perché bisogna stare attenti al consumo di questo alimento

In questo modo, si distruggono intere specie, annientando la vita marina, e si rilasciano nei mari sostanze tossiche, distruggendo l’ecosistema. Come si riconoscono i salmoni allevati in un allevamento distensivo, cioè in condizioni corrette, con la somministrazione di mangimi naturali e senza l’utilizzo di sostanze chimiche? Si può fare la prova del dito: si preme il dito sulla carne, l’impronta torna indietro.

Su una salmone allevato in cattività, invece, l’impronta resta impressa sulla carne. Inoltre, un salmone allevato in un allevamento intensivo presenta delle striature bianche, ossia il grasso, lungo tutto il filetto. Il salmone da allevamento è 5 volte più tossico di ogni altro prodotto, le sostanze tossiche che contiene hanno un effetto negativo sul nostro cervello e sul metabolismo.

Secondo Living Traditionally, bisogna sempre sapere la provenienza del salmone che si consuma, e inoltre non bisogna mai esagerare, poiché salmone contaminato aumenta il rischio di contrarre tumori per via degli alti livelli di diossina che contiene. La biologa Anne Lise Birch Monsen, dell’università di Berge, in Norvegia, sconsiglia il consumo di salmone per tutte le donne incinta e per i bambini piccoli.

Cerasi Andrea

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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