Perché è geneticamente modificato
Il salmone geneticamente modificato è prodotto da una società canadese, che è riuscita a immettere in questi pesci i geni di altri due esemplari. Si tratterebbe di un pesce simile all’anguilla e di un salmone reale, che ha il suo habitat naturale nell’Oceano Pacifico. Queste caratteristiche genetiche del tutto particolari sarebbero capaci di velocizzare la crescita del salmone e, quindi, di garantire delle vendite più veloci. Per comprendere maggiormente tutto ciò, basti pensare che, per la crescita del salmone atlantico tradizionale, occorrono 30 mesi. Il salmone modificato diventa grande e pronto per la vendita in soli 15 mesi. Coloro che sono d’accordo alla commercializzazione di questo pesce affermano che il sapore e l’odore non differiscono per niente da quelli caratteristici del pesce naturale.
I rischi
Molti esperti si sono schierati contro il salmone Ogm. In ballo non ci sono soltanto una questione etica e la salvaguardia dell’ecosistema. Alla base delle proteste ci sarebbero anche altri motivi: l’associazione Amici della Terra ha fatto notare che il pesce Ogm potrebbe costituire un rischio più facile di tumore per i consumatori. Secondo l’organizzazione, l’approvazione di un cibo geneticamente modificato potrebbe costituire il primo passo verso altre pratiche di questo genere. La catena alimentare umana verrebbe messa in pericolo. Inoltre, secondo gli oppositori, non ci sarebbero ancora elementi sufficienti a garantire il rispetto della salute pubblica. Secondo altri pareri, questo esperimento costituirebbe uno scossone anche per gli ecosistemi oceanici: le altre specie di animali marini potrebbero risentirne.
La campagna
Amici della Terra sta portando avanti una campagna di boicottaggio contro il salmone Ogm. A sostegno dell’intervento si sono schierati anche due senatori dell’Alaska, che hanno messo in evidenza come il salmone, in quella regione, potrebbe costituire una risorsa abbondante, che non può essere messa in pericolo in questo modo. La campagna è stata presentata alle più importanti catene di supermercati, in modo da convincere i gestori a rifiutarsi di commercializzare il prodotto. Molti rivenditori americani hanno aderito all’idea e hanno promesso di boicottare il salmone atlantico Ogm. Le adesioni sono state importanti. Il caso è stato trattato, infatti, anche dal Washington Post, che ha sottolineato come siano stati molti gli appoggi alla campagna condotta. Anche i consumatori sono stati coinvolti, affinché diventino consapevoli dell’impatto che questo prodotto Ogm può avere sul loro stato di benessere.
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