Dopo la carne coltivata arriva il salmone stampato in 3D. La versione vegana è stata ideata, realizzata e distribuita da una start up norvegese.
Diverse domande possono affollare la mente dei consumatori che per la prima volta sentono parlare di ‘salmone vegano stampato‘. Mettendo ordine alla questione, si tratta di un alimento che imita in tutto e per tutto il salmone, ma che salmone non è. È un alimento vegano messo a punto dalla start up norvegese Revo Food, la cui specialità è proprio di introdurre nel mercato alimenti vegani che sono sostituti del pesce, e che lo imitano in tutto e per tutto, dall’aspetto al sapore.
Per fare ciò è necessario un grande lavoro di laboratorio. Il salmone vegano è composto di albuminoidi, sostanze che provengono dai funghi, ovvero delle microproteine, con l’aggiunta di Omega 3. Il vantaggio del prodotto realizzato in laboratorio è che si può decidere quante proteine inserire, quanti grassi etc. Grazie agli eccipienti ed alle spezie il sapore imita perfettamente quello del salmone, solo che non è pesce.
Per la produzione gli esperti si affidano ad una stampante 3D, un apparecchio che si avvale delle migliori tecniche di robotica e che assembla tutte le componenti in base alla ricetta. Producendo stati di salmone che poi diventano un trancio. Chi è celiaco o intollerante al glutine può stare tranquillo: The Filet, questo il nome del prodotto, è completamente gluten free.
Chissà come reagirà il mercato. Senza dubbio nel nord Europa la cultura è più pronta ad accogliere questi prodotti ultraprocessati sostitutivi di carne e pesce. Arriverà a breve nei supermercati italiani, anche se la mousse ed altri prodotti sono già presenti. La questione riguarda la nicchia di persone che deciderà di comprare il salmone stampato. Che principalmente sono i vegani. Anche se probabilmente chi non mangia pesce non andrà a cercare un prodotto che ha sapore di pesce.
Allo stesso tempo il pesce stampato può risolvere tutta una serie di problemi. Il primo legato alla sopravvivenza delle specie ittiche, che a causa dell’incremento della domanda sul mercato, subiscono mattanze continue. Gli allevamenti crescono sempre di più, ma non sempre il benessere animale è garantito. Sono emersi diversi scandali di salmoni ridotti a brandelli che nuotavano negli allevamenti inglesi.
E per finire, ma non meno importante, la carne coltivata o il pesce stampato potrebbero risolvere il problema della sovrappopolazione mondiale, che tra poco tempo diventerà superiore all’offerta di cibo su scala mondiale. Le proteine animali rappresentano tra le più importanti risorse che il corpo umano deve possedere. Produrle in vitro significa poterle riprodurre potenzialmente all’infinito. The Filet, il salmone vegano, arriverà nei supermercati il primo ottobre, al prezzo di 6,99 euro a trancio, dal peso di 130 grammi. Il salmone vegano potrebbe essere usato come condimento per la piadina vegana, un’idea davvero niente male.
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