La denuncia di un attivista è arrivata direttamente all’allevamento di salmoni. Le immagini choc hanno aperto nuovamente il problema della sicurezza negli allevamenti.
Sono stati mediaticamente definiti salmoni zombie. Le immagini sono piuttosto raccapriccianti. A sollevare la questione è stato un attivista inglese che ha filmato le condizioni di un allevamento scozzese di salmoni. A quanto pare alcuni pesci nuotavano come nulla fosse, ad eccezione del fatto che gli mancavano interi brandelli di carne sui fianchi. Questa non è la prima volta che un problema di questo tipo emerge. Da ispezioni successive sono stati trovati diversi salmoni feriti.
L’inchiesta dell’attivista inglese ha nuovamente sollevato la questione del benessere animale negli allevamenti, in particolare in quelli di salmone per quanto riguarda la Scozia. L’azienda in questione ha dichiarato di essere venuta a conoscenza del fatto solo quando le immagini dell’attivista inglese non sono state pubblicate.
L’attivista inglese, Don Staniford, ha portato a compimento la sua missione infiltrandosi nell’azienda di Bakkafrost e installando una telecamera impermeabile su un palo telescopico. Ed allora, tra il 29 ed il 30 giugno, sono arrivate le immagini choc. “Le peggiori che abbia mai visto“, sostiene l’attivista.
Salmoni che nuotavano senza brandelli di carne sul corpo, degli zombie. A quanto pare predati dalle foche, suoi nemici naturali. Con la differenza che trovandosi in un allevamento i pesci avevano poche chance di fuggire e sopravvivere. La Scozia ha già affrontato il problema delle foche e dei salmoni. Le foche sono specie protette, e non possono essere uccise, neanche se mettono a repentaglio la sopravvivenza degli allevamenti di salmone, che in Scozia sono attività commerciali davvero floride.
L’inchiesta di Don Staniford ha avuto come conseguenza diretta reazioni piuttosto incisive da parte dei media e dell’opinione pubblica, al punto che sulla questione è stata aperta un’inchiesta sulla sicurezza alimentare e sul benessere animale. Potrebbero essere installate delle reti protettive migliori, per evitare che le foche riescano a colpire i salmoni, oppure semplicemente lasciare che la natura faccia il suo corso senza costringere i pesci in una sorta di vasca rinchiusa nel mare. Dall’azienda rispondono che “recentemente un’ispezione del Rspca nel sito non ha evidenziato alcun problema“.
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