Salta la detrazione per il Superbonus 110%: cosa significa per le famiglie

Superbonus 110%, previste modifiche al pacchetto degli emendamenti al decreto che sembrano eliminare la possibilità di spalmare in 10 anni i crediti derivati dalle spese sostenute per la riqualificazioni legate alla misura: vediamo cosa si profila all’orizzonte

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Ristrutturazioni (Foto Pixabay) – Ecoo.it

Superbonus 110%, la misura principe del settore edilizio degli ultimi anni, non sembra trovare pace e continua a far discutere governo e opposizioni. Lo stop forzato decretato dal governo il 16 febbraio scorso ha aperto la discussione sui possibili aggiustamenti al decreto, in funzione di alcuni nodi portati all’attenzione della Commissione Finanze della Camera. Le modifiche richieste vanno proprio nella direzione di salvare il salvabile in termini di cessione del credito.

Al centro della discussione il Superbonus 110% e le scadenze ad esso collegate e il rischio è di scontentare i più. Il decreto legge sullo stop alle cessioni dei crediti si riferisce a quelle derivanti da tutti i bonus fiscali edilizi. Il governo ha di fatto disattivato la norma quadro che regolava le cessioni, lasciando salvi gli interventi già avviati. In ballo rimane anche la questione dell’enorme quantità di crediti fiscali incagliati che contrasta con la necessità di mettere in sicurezza i conti pubblici, da gestire e risolvere quanto prima. Da qui sono arrivati una serie di emendamenti che puntano a correggere proprio le questioni più impellenti.

Novità attese sul decreto Superbonus 

Novità e cambiamenti sono attesi sul decreto relativo al Superbonus 110%. In Commissione Finanze si vota sul pacchetto di emendamenti che però non prevedono più la possibilità di spalmare il credito in 10 anni, rispetto ai 4 previsti in prima battuta. Era un’ipotesi che sembra essere stata rispedita al mittente. E pare ci sia una differenziazione in questo caso tra privati da un lato e imprese e banche dall’altro. Negata ai primi e concessa ai secondi, con la proroga del termine per accedere al 31 marzo 2023, e le opposizioni promettono battaglia.

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Lavori edili (Foto Pixabay) – Ecoo.it

La seconda novità potrebbe riguardare la riapertura dello sconto in fattura e della cessione del credito, ma riservata esclusivamente alle onlus, al terzo settore e agli istituti per le case popolari. Il tutto chiaramente è contemplato solo per quei soggetti già costituiti alla data di entrata in vigore del decreto. L’altro argomento di cui si discuterà in commissione riguarda il tema delle scadenze e delle proroghe. Posta la scadenza del 31 marzo 2023 per le comunicazioni all’Agenzia delle Entrate in merito alle cessioni del credito per le spese sostenute nell’anno 2022.

Le ultime 

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Operai (Foto Pixabay) – Ecoo.it

La situazione rispetto agli acquirenti dei crediti è in stallo quindi si pensa di prorogare il termine della presentazione dei documenti relativi al 30 novembre 2023. Anche qui un distinguo, nel senso che la proroga riguarderà solo le cessioni verso le banche e gli intermediari finanziari e assicurativi. Esclusi dunque anche in questo caso i privati. Ultima scadenza in possibile revisione è quella inerente alle villette, con lo slittamento dal 30 giugno al 30 settembre 2023, salvo il completamento del 30% dei lavori di riqualificazione edilizia.

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