Sanremo 2012 è un Festival senza fiori. Si è preferito optare per una scenografia composta da materiali freddi, anche se illuminati, piuttosto che arricchire il famoso palcoscenico del Teatro Ariston con i colori e l’atmosfera calda dei fiori. Una scelta che sarà stata dettata anche dalla volontà da parte della Rai di risparmiare, ma che non è stata accolta bene da Confagricoltura, la quale fa notare che per i produttori si tratta di un danno niente affatto indifferente. I fiori tra l’altro sarebbero da ostacolo per le riprese televisive, ma Confagricoltura fa notare ben altro.
Si mette in evidenza come il tutto sia un danno per l’economia locale e per lo sviluppo del territorio. Ma non si tiene conto della sostenibilità ambientale? Spesso è difficile riuscire a conciliare guadagni economici e impatto ambientale e questo sembra essere uno dei casi tipici.
Non dimentichiamo che il rispetto della natura è essenziale e anche i fiori fanno parte di un delicato equilibrio ambientale, che non si può sfruttare a fini di lucro, senza danneggiare l’ecosistema.
Il florovivaismo italiano costituisce un settore molto importante dell’agricoltura, soltanto nelle provincie di Imperia e Sanremo ci sono 3.500 aziende specifiche. Ma anche la coltivazione dei fiori sta attraversando delle difficoltà a causa del maltempo, dell’aumento del costo del gasolio e della crisi economica.
E il punto sembra essere proprio la crisi economica, un periodo in cui la lotta agli sprechi viene vista come un punto fondamentale.
È pur vero che i fiori che negli anni scorsi venivano impiegati per addobbare il palco della manifestazione canora sono prodotti a chilometri zero, ma la salvaguardia dell’ambiente non può passare in secondo piano.