Una associazione che da diversi anni si occupa di sensibilizzare sui comportamenti scorretti e in particolare sui danni che la sabbia rubata in Sardegna provoca ha pubblicato le prime foto di un sequestro avvenuto all’aeroporto di Cagliari Elmas
Una delle pratiche purtroppo ancora molto diffuse da chi va in vacanza al mare è quella di riportarsi a casa dei souvenir sotto forma di conchiglie o sacchetti di sabbia. Si tratta però di un comportamento che è sbagliato sotto diversi punti di vista. E infatti esiste, proprio in Sardegna, una legge regionale risalente a luglio del 2017 che sancisce questa realtà. Ma perché la regione Sardegna è arrivata a emanare una legge regionale con addirittura sanzioni amministrative che arrivano ai 3 mila euro per scoraggiare il furto di sabbia, conchiglie e ciottoli dalle spiagge dell’isola?
La risposta è in parte simile alla risposta che ci si dovrebbe dare nel momento in cui qualcuno decide di giocare mettendo granchi e paguri nei secchielli dei bambini ignorando, volutamente o involontariamente, che si tratta di una vera e propria forma di tortura per questi animali, che rischiano di morire cotti nelle due dita d’acqua che gli sono concesse se non per i comportamenti incontrollati dei giovani spettatori.
L’associazione Sardegna Rubata e Depredata si occupa da tempo di sensibilizzare, attraverso i social ma non solo, sul problema legato al furto di sabbia, conchiglie e ciottoli dalle spiagge sarde. E come ricordano anche le Guardie Ambientali della Regione Sardegna, potrebbe sembrare solo un innocuo rito quello di portarsi a casa una conchiglia ma è in realtà un danno ambientale. Le conchiglie fungono infatti sia da riparo per gli animali marini che ne sono naturalmente privi ma sono anche una fonte di carbonato di calcio che aiuta a proteggere granchi, alghe e l’ambiente marino in generale.
E in più rimuovendo le conchiglie, che a lungo andare con l’erosione si trasformano in sabbia, si alimenta l’erosione delle spiagge. Erosione delle spiagge che diventa palese quando, anziché portare a casa qualche conchiglia, turisti scellerati decidono di passare alla raccolta diretta della sabbia nascosta dentro sacchetti, borse, bottiglie di bibite e acqua minerale. Nel corso dell’ultima settimana, i controlli all’aeroporto di Cagliari Elmas hanno permesso di fermare oltre un centinaio di chili di materiale tra conchiglie, sabbia e ciottoli che saranno poi riportati nei luoghi da cui sono stati presi. E a far riflettere su quanto lavoro occorre ancora fare con la sensibilizzazione c’è anche un post pubblicato sul sito ufficiale Sardegna Ambiente.
Sulla rivista scientifica Conservation Science and Practice è stato pubblicato un articolo che si concentra proprio sulla attività di raccolta della sabbia e delle conchiglie dalle spiagge. Uno dei dati che emerge viene dalle esperienze dirette di chi lavora in aeroporto e si occupa proprio di esaminare il bagaglio dei turisti in partenza e che quindi, purtroppo ancora troppo spesso, scopre tra le borse e le valigie contenitori improvvisati di sabbia e altro materiale proveniente dalle spiagge sarde: a quanto pare circa il 90% dei passeggeri che sono stati pizzicati con la sabbia rubata dalla Sardegna ha dichiarato di non essere assolutamente consapevole dei divieti, come la già citata legge regionale, ma anche di non avere idea dell’impatto ambientale che la raccolta causa. C’è quindi bisogno di rendere il rapporto con il mare e la spiaggia un rapporto di rispetto e di fruizione in un’ottica diversa.
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