Un nuovo studio, condotto dal prestigioso MIT ha evidenziato come l’inquinamento possa influenzare i giocatori di scacchi
“La Regina degli Scacchi“, serie Netflix che ha lanciato Anya Taylor-Joy, è stata un successo per diversi motivi: la serie ha saputo coniugare elementi di dramma, azione e suspense per creare una storia appassionante che ha tenuto gli spettatori incollati allo schermo. Gli attori hanno dato vita a personaggi complessi e interessanti, fornendo prestazioni straordinarie che hanno contribuito a rendere la serie ancora più emozionante. Design visivo caratterizzato da un design visivo eccezionale, con riprese spettacolari e scenografie suggestive che hanno reso la visione ancora più immersiva. In generale, si può affermare “La Regina degli Scacchi” ha saputo offrire un’esperienza visiva e narrativa coinvolgente che ha attirato un vasto pubblico e che è stato molto ben ricevuto dalla critica.
E come capito con altre fiction, questa ha influenzato molte persone. Molti si sono appassionati al nobile gioco degli scacchi. Ha influenzato il modo di vestire ma soprattutto ha avuto il grande pregio di far parlare di questo gioco anche le più importanti testate al mondo. Ma non solo perché sono stati effettuati grandi studi sul gioco e sui giocatori. E tra i tanti studi, uno è decisamente particolare: ovvero come l’inquinamento influenzi il modo di giocare.
Per giocare a scacchi servono una mente acuta e concentrata: una premessa fondamentale per praticare questa attività. Ma un recente studio americano ha esaminato l’effetto delle particelle PM2.5 sulla capacità di ragionare, concentrarsi e prendere decisioni durante una partita a scacchi. La ricerca ha dimostrato che, se la qualità dell’aria peggiora, anche i giocatori di scacchi più esperti commetteranno più errori.
Gli studiosi responsabili di “Indoor Air Quality and Strategic Decision Making” hanno esaminato le prestazioni di 121 giocatori di scacchi partecipanti a tre tornei, ciascuno della durata di 8 settimane, svoltisi in Germania dal 2017 al 2019, valutando 30.000 diverse mosse. Il MIT ha monitorato le condizioni ambientali all’interno della sede del torneo tramite tre sensori connessi a internet, misurando le variazioni nel tempo di anidride carbonica, concentrazioni di PM2.5 e temperatura. Questi fattori possono essere influenzati da condizioni esterne, anche se ci si trova in un ambiente chiuso.
Cosa accadeva ai giocatori? Nonostante i livelli di anidride carbonica e temperatura non sembrassero avere alcun impatto sulla loro capacità di pensare, un aumento dei PM2.5 – prodotto, ad esempio, dalla combustione di motori auto, dalle cucine domestiche o dagli incendi boschivi – ha comportato un significativo aumento degli errori commessi dai giocatori, che diventavano inoltre fino al 10.8% più gravi.
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“Affrontare avversari simili in uno stesso turno di torneo, la qualità dell’aria può influire sulla qualità delle mosse e delle decisioni“, afferma Juan Palacios, economista del Sustainable Urbanization Lab del MIT e co-autore della ricerca. L’inquinamento sembra quindi influire sulla salute anche in contesti in cui non se ne è consapevoli. “Non è necessario vivere vicino a una centrale elettrica – continua Palacios – Si può vivere a chilometri di distanza e comunque essere colpiti“.
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