Sulle confezioni degli alimenti, per legge, va riportata la data di scadenza, eppure spesso troviamo anche un’altra data: che cosa indica?
Non sempre un alimento che ha superato la data indicata sulla sua confezione è da buttare. In alcuni casi, infatti, la data riportata sul packaging sta a indicare il cosiddetto termine minimo di conservazione, indicato con la sigla TMC. Il TMC si differenzia dalla data di scadenza poiché sta semplicemente ad avvertire il consumatore che quel prodotto potrebbe perdere gradualmente le sue proprietà organolettiche originarie a partire da quel momento in poi.
Ma senza comportare rischi effettivi per la salute! Sui prodotti è dunque spesso riportata una doppia data: la scadenza, oltre la quale un prodotto va a male e può comportare dei rischi qualora ingerito. E il TMC, un avvertimento che non significa dover necessariamente buttare quel prodotto. Dal momento che in pochi conoscono questa distinzione, però, la Commissione Europea ha da poco avanzato una proposta.
L’obiettivo è quello di evitare lo spreco indiscriminato di cibo: per questo si vuole aggiungere al TMC anche la dicitura “spesso buono oltre“, così da fugare ogni dubbio sulla sicurezza di quell’alimento e influenzare positivamente il consumatore a non buttarlo. Sulla scia di ciò non si può non fare riferimento a una catena di supermercati molto particolari che è da poco attiva negli Stati Uniti: nei punti vendita The Daily Table si vendono solo cibi scaduti.
Sono molti gli alimenti ancora buoni anche una volta superato il termine minimo di conservazione: lo yogurt, ad esempio, l’olio di qualsiasi tipo, ma anche il cioccolato (non preoccupatevi di quella patina bianca che a volte compare sulle tavolette, si tratta solo di grassi che riaffiorano a causa degli sbalzi di temperatura). E ancora il lievito, la pasta, il riso, i prodotti in barattolo.
La Coldiretti riporta una media di 27 chili di cibo ancora buono buttato annualmente dalle famiglie, per evitare il problema, dunque, da Bruxelles pensano che la nuova dicitura possa essere determinante nella scelta tra il buttare e il consumare un prodotto ancora perfettamente commestibile.
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