Immagini molto dolci che mostrano tutto il coraggio di un cucciolo e la pazienza di mamma orsa che non lo lascia neanche un attimo. Uno spunto di riflessione per tutti oltre i luoghi comuni del non mollare mai
Il video registrato per puro caso e che mostra un cucciolo di orso Grizzly che insieme alla sua mamma si trovano ad arrampicarsi sta commuovendo molte persone per il modo in cui l’esemplare adulto femmina non si è mai allontanata se non di qualche metro dal suo cucciolo che, a sua volta, non si è dato per vinto e, seguendo l’istinto, è riuscito a scalare una parete coperta di neve con una pendenza di parecchi gradi.
Imparando sul campo, il cucciolo ha dapprima cercato di trovarsi una strada da solo e ha poi invece seguito la strada costruita già dalla mamma e nonostante un paio di lunghi scivoloni è riuscito a ritornare su, mentre l’adulto lo guardava. Ma questo stesso video nella sua dolcezza può essere anche letto in tutt’altro modo. Basta guardare alcuni frammenti specifici.
Il video sembra una ripresa fortuita e fortunata fatta da qualche documentarista dilettante ma nonostante la mancanza totale di sonoro è invece molto più possibile che tutta la situazione di pericolo con il cucciolo e mamma orsa si sono trovati sia stata generata solo ed esclusivamente dall’egoismo e dalla curiosità morbosa di qualcuno che pilotava un drone. Osservando infatti le inquadrature e il modo in cui mamma orsa si volta più volte all’indietro e guarda in alto nel momento in cui il cucciolo è di nuovo con lei e può correre via sono segnali inequivocabili di come ci fosse qualcosa che li stava riprendendo.
Qualcosa che nel silenzio scelto delle immagini filmate non è possibile valutare ma che, data l’angolazione, non è difficile supporre si tratti di un drone che potrebbe essere di per sé il motivo per cui il cucciolo non è riuscito a seguire sua madre immediatamente, in preda al panico per quello strano oggetto rumoroso che gli stava seguendo.
Le riprese che adesso è possibile effettuare con i droni permettono di guardare il paesaggio e la vita che anima il paesaggio da una prospettiva diversa e spesso straordinaria. Ma la democratizzazione dei droni anche come mezzi di ripresa rischia di trasformarsi in una nuova fonte di inquinamento acustico proprio per l’ambiente naturale che magari si vuole con così tanta passione immortalare dall’alto e, allo stesso tempo, di una nuova forma di violenza nei confronti della natura e di chi abita. Sarebbe allora forse il caso, nel momento in cui ci si avvicina a un altro essere vivente, provare a valutare se la propria presenza così ravvicinata sia o meno un fastidio e allontanarsi di conseguenza.
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