Nella vita di tutti i giorni, le scarpe sono elementi indispensabili per la vita di tutti i giorni. Ma queste sono davvero uniche
Ognuno ha nel proprio armadio almeno due paia di scarpe: una più sportiva e una più elegante. Senza dimenticare poi ciabatte e pantofole per girare per casa. Alcuni poi collezionano le scarpe: c’è chi le utilizza senza problemi e chi le colleziona in maniera maniacale. E come non capirli visto i prezzi: basta solamente pensare che la scarpa più cara del mondo “The Moon Star Shoes di Antonio Vietri” valgono circa 20 milioni di dollari.
Ma anche le sneakers possono aggirarsi a prezzi lunari. Ad esempio le Solid Gold OVO x Air Jordan sono state vendute ad “appena” 2 milioni di dollari per dei calzari inutilizzabili visto che, essendo fatte in oro, pesano 50 kg. Ma recentemente sono state create delle scarpe davvero uniche al mondo pur non essendo fatte e composte di materiali preziosi.
Ma se non sono composte di oro e diamanti perché queste scarpe sono così importanti? Il motivo è presto detto: si tratta di scarpe amiche dell’ambiente. Merito di una lunghissima ricerca di un team di scienziati dell’Università di San Diego che ha studiato delle scarpe che si degradano in poche settimane nell’ambiente. Una vera rivoluzione.
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Non a caso la plastica è, da sempre, uno dei più grandi nemici dell’ambienti nonostante il continuo utilizzo e lo smaltimento effettuato, spesso, in maniera non idonea. E proprio per questo la scienza sta lavorando a rimedi alternativi ecosostenibili. Tra questi le scarpe biodegradabili al 100% nelle acque degli oceani. Ma non solo perché queste, nel momento in cui si scompongono, nutrono i microrganismi dell’ecosistema marino. Merito del lavoro svolto, per sei lunghi anni, dell’ateneo americano del professore di biologia molecolare Stephen Mayfield. Una ricerca nata con tutt’altro obiettivo: trasformare le alghe in carburante. Queste scarpe sono state realizzate con schiume poliuretaniche biodegradabili ad alte prestazioni, ricavate da alghe e altri materiali biologici.
Anche i ricercatori dello Scripps Institution of Oceanography hanno partecipato allo e agli esperimenti. E proprio grazie a loro queste calzature sono state esposte alle azioni di onde. I cambiamenti molecolari sono stati monitorati grazie alla spettroscopia a infrarossi e la microscopia elettronica a scansione.
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Gli incredibili risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science of The Total Environment dove sono stati evidenziati che dopo appena 4 settimane i batteri e i funghi presenti nell’ecosistema marino hanno iniziato la loro azione fondamentale per il degradamento delle scarpe. Un processo, che dura appena 4 mesi, è paragonabile all’azione della barriera corallina per i microrganismi. Il risultato è davvero molto importante perché calzature in platica e gomma, utilizzati in spiaggia, rimangano tante volte molte volte disperse nell’ambiente avvelenando l’ecosistema marino.
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