Grazie alle tonnellate di scarti di cibo con cui abbiamo a che fare è possibile ricavare energia per favorire altri processi ecosostenibili: ecco come.
Ogni giorno nel mondo si va incontro ad una produzione eccessiva del cibo, la maggior parte della quale non viene sfruttata ne consumata sulle nostre tavole. Uno studio stima addirittura che ogni anno nel mondo l’acquisizione dei cosiddetti “scarti di cibo” si assesta sulle 931 tonnellate di unità.
Numeri letteralmente spaventosi se si pensa appunto agli sprechi destinati alla secondaria fase di decomposizione e dunque all’interno di siti di discariche. Sembra una teoria abbastanza assurda e paradossale ma il fine ultimo della stragrande maggioranza del cibo in eccesso finisce per generare metano, un prodotto altamente a rischio per l’uomo ma allo stesso tempo un beneficio restando concentrati sul tema alimentare, in quanto produce energia che potrebbe tornarci utile in diversi altri frangenti
Sprechi di cibo: i numeri spaventosi registrati in America
Forse in pochi conosceranno l’America come uno dei più grandi Paesi produttori di cibo e di conseguenza di scarti purtroppo destinati all’interno di discariche senza poter essere consumati. La scoperta dell’America è stata un bene dell’umanità da un punto di vista geografico e delle usanze e tradizioni future, da specchio ed esempio per diversi popoli. A quanto pare però la specialità di questa Nazione non si ferma qui, ma anzi allarga gli orizzonti nel settore alimentare dando ampio spazio alla produzione.
Secondo una stima tra analisti del mestiere si denota che in America ogni anno si arrivi a circa il 60% di sprechi di cibo, ovvero quasi un terzo della produzione totale in Paese. Numeri davvero spaventosi se si pensa poi ai relativi sprechi e alle possibilità che a arrivati a questo punto, ben vengano, di ricavarne energia da poter riutilizzare nel tempo e per altri scopi
Nuova energia da scarti di cibo: come otteniamo la trasformazione
Tra i Paesi produttori di cibo e scarti di alimenti destinati alle discariche, l’America è al primo posto in assoluto non solo da un punto di vista della densità della popolazione ricorrente. Anche l’Italia con i suoi 60 milioni di cittadini è annoverato al terzo posto di questa speciale e apparentemente denigrante classifica. Oggi attraverso numerosi approfondimenti scientifici e ambientali si è arrivato a constatare che tutti gli eccessi non utilizzati da un punto di vista alimentare possono di conseguenza trasformarsi in energia. Gli avanzi di cibo che nelle relative discariche vengono separati dalla plastica sono dati in pasto a microrganismi viventi (batteri) che interagiscono in reattori cosiddetti chiusi. Per favorire le attività di smaltimento del cibo inutilizzato è necessario stimolare la fame dei microbatteri fino a ricavare biogas, un prodotto utile per la fertilizzazione dei campi agricoli e l’ideazione di nuovi progetti di composizione alimentare, in generale. Seppur di natura nociva i composti derivanti da questa operazione, composti per lo più da metano e CO2, nocivi all’uomo e all’ambiente diventano allo stesso tempo riserva energetica al gas naturale. Ecco perché le Aziende di produzione nei punti geografici di maggiore consumo di scarti di cibo hanno intensificato le loro attività al fine di poter ricavare da questo fenomeno a tappe, energia supplementare per mettere in attività altri meccanismi di produzione e così via.