Un drammatico incidente ferroviario, avvenuto nel 1980, costò la vita a 28 persone: la ricostruzione della sciagura di Lamezia Terme.
Il 1980 è un anno buio per l’Italia. Sono innumerevoli gli eventi drammatici che si registrarono e che sconvolsero l’intera popolazione. Il 6 gennaio venne assassinato a Palermo, il Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale capo di Stato, Sergio.
Il 27 giugno, si consuma la strage di Ustica: un areo di linea precipita in mare provocando la morte delle 81 persone a bordo. Il 2 agosto la strage di Bologna (85 morti e 203 feriti), mentre il 23 novembre un terremoto di magnitudo 6,9 colpisce alcuni territori dell’Irpinia: il bilancio è di 3mila vittime, 9mila feriti e 280mila sfollati, i danni incalcolabili. Solo poche ore prima della scossa tra Campania e Basilicata, uno degli incidente ferroviari più drammatici mai avvenuti sulla nostra Penisola: si tratta della sciagura ferroviaria di Lamezia Terme, avvenuta sulla Ferrovia Tirrenica Meridionale e che costò la vita a 28 persone.
Una tragedia immane quella consumatasi intorno alle 3 del 21 novembre del 1980 sulla Ferrovia Tirrenica Meridionale, tra le stazioni di Curinga ed Eccellente, comuni rispettivamente delle province di Catanzaro e di Vibo Valentia.
Secondo quanto venne ricostruito, un treno merci che era partito dalla stazione di Lamezia Terme, durante il percorso sulla linea, perse, a causa della rottura di un gancio di trazione, parte dei vagoni che trainava, 28 in totale. Incredibilmente nessuno si accorse della circostanza per oltre 30 chilometri, sia tra il personale a bordo sia alle stazioni successive di Eccellente e Vibo-Pizzo.
Purtroppo, contro i vagoni rimasti sui binari impattò il treno passeggeri 587, partito da Roma Termini con destinazione Siracusa. Uno schianto che provocò il deragliamento di alcune carrozze, ma nessuna vittima, solo alcuni feriti. Pochi minuti più tardi, però, il secondo scontro: contro i vagoni deragliati entrò in collisione il treno 588, che la sera prima era partito da Siracusa ed era diretto nella Capitale viaggiando nel senso di marcia opposto. Un impatto drammatico, alcune carrozze precipitarono in un dirupo adiacente alle rotaie ed una si distrusse completamente diventando un ammasso di lamiere.
Ingente la mobilitazione di soccorsi tra medici e vigili del fuoco. Le squadre lavorarono ininterrottamente per due giorni interi estraendo dalle lamiere le persone rimaste incastrate. Molti vennero trasportati in ospedale, mentre per altri non ci fu nulla da fare. Il bilancio finale: 28 morti e 104 feriti.
Sul caso venne aperta instituita una Commissione d’inchiesta dal Ministero dei trasporti ed un fascicolo dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme per appurare le cause della tragedia ed accertare eventuali responsabilità. Inizialmente vennero accusati sette ferrovieri per disastro ferroviario colposo e omicidio plurimo colposo. Il processo si chiuse con la condanna solo per il personale della stazione che, ad avviso dei giudici, non avrebbero seguito i procedimenti previsti, assolti i macchinisti del treno merci.
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