La scoperta degli scienziati è sensazionale e riguarda una nuova specie animale mai vista prima, un predatore dei mari: andiamo a vedere di cosa si tratta
La scienza non smette di indagare e da sempre viene sollecitata da continui input che provengono dalla ricerca e dalle altre discipline. Una delle più affascinanti è la paleontologia che si occupa di studiare la vita del passato. Infatti riuscire a decifrare animali e piante presenti sulla Terra in epoche remote consente di capire meglio l’evoluzione che il nostro Pianeta ha subito e l’interesse in tal senso è rimasto sempre molto alto e molto ricco di colpi di scena.
Epoche ancestrali si rivelano ai contemporanei grazie alle scoperte di reperti fossili rimasti intrappolati tra strati di roccia o di ghiaccio. Il recupero e l’analisi di questi preziosi ritrovamenti fornisce spunti, dati e materiale in grado di svelare processi e dinamiche antiche. La ricerca della paleontologia inizia e si sviluppa sul campo, con le cosiddette campagne di scavo che vengono organizzate in ogni parte del globo. Esistono zone particolarmente ricche di reperti che vengono scandagliate periodicamente e che non deludono mai.
Parliamo per esempio della Jurassic Coast, località che si dipana sul litorale del Canale della Manica, da Exmouth a Stundland Bay, Regno Unito. Sono ben 150 chilometri di territorio particolarmente soggetto ad erosione che ha regalato chilometri di strati geologici risalenti a 185 milioni di anni fa. La zona non ha deluso neanche questa volta ed ha consentito agli studiosi Hingley e Turner di effettuare un ritrovamento che ha dello straordinario. I resti fossili di quello che all’apparenza sembrava un coccodrillo comune, ma che ad un’attenta analisi ha invece rivelato particolari inusuali e molto interessanti.
Via via che si studiavano i resti fossili ci si è resi conto che la conformazione fisica dell’animale presentava un cranio molto più robusto, largo e massiccio, con una mascella molto prominente. Una specie mai incontrata prima, un probabile antenato del nostro coccodrillo. La colonna vertebrale e la coda sono molto più lunghe e probabilmente indicano una maggiore flessibilità. Si ipotizza che possa appartenere ad una specie di crocodilomorfo ibrido, che viveva sia sulla terra ferma che in acqua.
Il Turnersuchus hingleyae, nome derivato da quello degli scienziati padri della sua scoperta, risulta un animale diverso dal più comune coccodrillo, ma anche dagli antenati dello stesso che si erano già palesati nella ricerca. Un rettile ibrido, predatore di terra e di mare, di epoca preistorica. Gli studi proseguiranno per evidenziare quanti più possibili dettagli della nuova specie di rettile primitivo che ha attirato l’interesse di tutta la comunità scientifica.
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