Un anno davvero da dimenticare per quanto riguarda i ghiacciai alpini: il 2022 sta segnando la loro scomparsa in maniera irreversibile
Che il cambiamento climatico stia diventando un fattore da combattere giorno dopo giorno, in maniera costante e decisa, è sotto gli occhi di tutti. Ma fin quando le conseguenze non ci toccano molto da vicino, ecco che sembra un tema molto lontano da noi.
E invece, alluvioni, bombe d’acqua, incendi frequenti, sono tutte conseguenze di un clima ormai impazzito e allo stremo delle sue forze. E la testimonianza di questo inesorabile cambiamento climatico, lo dimostra anche il continuo scomparire dei ghiacciai alpini. Il 2022 ha segnato un anno davvero nero e drammatico sul loro stato di conservazione.
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Il Comitato Glaciologico Italiano e Legambiente hanno sentenziato sullo stato dei ghiacciai alpini. Hanno diffuso infatti i dati che, a causa del riscaldamento globale, preoccupano non poco. Alcuni tra i più celebri ghiacciai, infatti, pare che siano ormai in dirittura di arrivo, ovvero che si stiano consumando definitivamente. Su tutti lo storico della Marmolada, stimato in completa erosione nell’arco di qualche decennio.
In un report presentato il 7 dicembre, grazie alla collaborazione dei due enti, è stato evidenziato il caso molto critico dello stato dei ghiacciai, il relativo tasso di fusione e il cosiddetto arretramento dei corpi glaciali. La causa è l’anno più caldo di sempre: il 2022 infatti ha registrato i primi 7 mesi dell’anno particolarmente roventi, e emissioni di CO2 e altri gas ben sopra la norma.
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Tutte cause imputabili a comportamenti dell’uomo. Questi dati sono emersi grazie alle analisi degli speleologi dei ghiacciai, la cosiddetta Carovana dei ghiacciai in spedizione tra il 17 agosto ed il 3 settembre di quest’anno.
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Hanno analizzato circa 250 ghiacciai in cui è stata registrata una incredibile accelerazione del loro deperimento, con ondate di calore non previste anche a quote molto alte. Conseguenze che sembrano inarrestabili se non si applicano rapidamente misure decise. È incredibile come nei mesi di lockdown forzato dovuto al covid, come la natura si stava riprendendo i propri spazi e valori, causata dalla cessazione dell’attività umana. Purtroppo, l’ecosistema intorno a noi è ostaggio di una condizione generata dall’uomo, a cui tutti siamo chiamati a mettere riparo.
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