Un’equipe di scienziati sudafricani e statunitensi ha scoperto i resti dei ghiacciai più antichi della Terra, risalenti a quasi 3 miliardi di anni fa.
Il nostro pianeta vanta un’età di ben 4,5 miliardi di anni e una storia di cambiamenti geologici che possiamo conoscere attraverso lo studio delle rocce, delle formazioni montuose e, soprattutto, dei ghiacciai. Quello che oggi viene definito il globo terracqueo nel corso di milioni di anni ha subito enormi modificazioni, alcune delle quali sconvolgenti. Studiando ciò che è arrivato fino a noi, però, gli scienziati riescono a farsi un’idea di cosa possa essere accaduto nel corso dei millenni e delle modalità secondo cui ciò è avvenuto.
Pensiamo ad esempio agli studi che si sono concentrati sulla grande estinzione di massa del Cretaceo–Paleogene, in seguito alla quale i dinosauri scomparvero dalla superficie della Terra. Oppure pensiamo al fenomeno geologico conosciuto col nome di Grande Difformità, secondo il quale mancherebbe ben un miliardo di anni di storia del pianeta dalle formazioni rocciose.
L’ultima scoperta in campo geologico ha sconvolto il mondo della scienza, fornendo prova dell’esistenza dei ghiacciai più antichi del mondo risalenti a 2,9 miliardi di anni fa. Tale scoperta è avvenuta in Sudafrica, per la precisione sotto ai depositi sedimentari di oro della nazione africana, considerati i più prestigiosi al mondo, a opera dei ricercatori Axel Hofmann del Dipartimento di Geologia dell’Università di Johannesburg e e Ilya N. Bindeman del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università dell’Oregon.
Gli scienziati hanno infatti reperito delle morene glaciali fossilizzate sotto ai giacimenti aurei, vale a dire accumuli di detriti legati al movimento dei ghiacciai sotto la spinta della forza gravitazionale. Più nello specifico i ricercatori hanno analizzato la concentrazione di isotopi di ossigeno 16, 17 e 18, notando alti livelli di ossigeno 17 e bassi livelli di quello 18.
Ma cosa significa tutto questo? Sono stati i ricercatori a chiarirlo, pubblicando i dettagli della ricerca sulla rivista scientifica specializzata Geochemical Perspectives Letters. Secondo quanto rilevato, quella concentrazione di ossigeno 17 unita all’evidenza morenica è indice della presenza di ghiaccio e, più precisamente, di ghiacciai: i più antichi del mondo.
In seguito alla scoperta è stata anche avanzata l’ipotesi che la formazione dei giacimenti aurei possa essere dipesa proprio dalla presenza dei ghiacciai, ma si tratta di un’affermazione da comprovare con numerosi studi e verifiche scientifiche.
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